Il cammino catecumenale e la sfida dell’integrazione affettiva – Etty Hillesum

Oggi contempliamo la pagina della Samaritana, perché la liturgia ci consente di scegliere le lettura dell’Anno A, per accompagnare le nostre quattro catecumene, Greta, Malikia, Greisi e Klotilda, nel cammino di preparazione al Battesimo. Il vangelo è dunque Gv 4, la donna di Samaria e l’incontro con Gesù.

Gesù chiede da bere alla donna, facendosi debole e bisognoso. Ha sete di essere amato. Di suscitare la sete della donna e di donarle l’acqua viva. Ha sete di suscitare in lei, come in ciascuno di noi, quel desiderio più profondo che è simbolizzato dall’acqua. In questa acqua che Gesù ci dona infatti c’è il desiderio più profondo del nostro cuore, capace di irrigare tutti i desideri e gli amori che si accendono e si sviluppano nella nostra vita.

Gesù non giudica la vita della donna: la aiuta a scoprire l’aspetto difensivo delle relazioni vissute fino a quel momento, il lato legato ad un bisogno che non si può mai saziare. Nei tanti mariti lei ha cercato protezione, affetto e riconoscimento, ha cercato sé stessa senza trovarsi mai pienamente. Gesù la aiuta a non scandalizzarsi della sua debolezza, a volersi bene, ad accogliersi nella sua ricerca spesso fallimentare, per approdare ad una meta più profonda.

Così Gesù aiuta così ciascuno di noi a passare attraverso la sua fragilità, la sua fatica, le sue crisi per scoprirvi una perla preziosa.  

Gesù conduce la donna ad andare oltre, a cercare un fondamento più profondo in sé stessa, nel proprio cuore, in un legame indistruttibile, con il cuore di Gesù. Si tratta della verità profonda di sé stessa, della sua identità fondamentale, come vera sposa, come figlia amata, come discepola prediletta. Una vocazione personale che nessuno mai potrà scalfire, perché è scolpita nella roccia di Dio. Gesù le fa scoprire ciò che lei sempre aveva desiderato, senza mai comprenderlo fino in fondo: un legame di adorazione del Padre, nello Spirito d’amore che conduce alla verità del Figlio.

La donna di Samaria mi ricorda molto Etty Hillesum. Donna ebrea olandese, molto distante da una prospettiva esplicitamente religiosa, afferma nel suo Diario la propria infelicità profonda, che è cresciuta in tutte le sue vicende affettive.  Non ha equilibrio e si sente come dispersa. L’amicizia con lo psicologo Julius Spier la introduce alla spiritualità e così lei comincia un cammino di maturazione profonda. Ella troverà la sua pace profonda proprio nelle vicende drammatiche dell’olocausto, giungendo a “salvare Dio” nel campo di transito di Westerbork, prima di morire ad Auschwitz. Proprio nel pieno della crisi della civiltà europea, il Diario di questa donna (pubblicato solo nel 1981) offre una prospettiva spirituale profonda, di riscatto dell’uomo e di Dio, capace di ridare fiducia all’umanità. Lei riscopre un’adorazione vera del Padre, nella struttura profonda della sua personalità, capace di vincere e oltrepassare perfino gli orrori del nazismo.

Oggi consegniamo il Padre Nostro alle nostre catecumene, che riceveranno il battesimo nella veglia Pasquale in duomo. È la preghiera che vi conduce alla radice del vostro essere, del vostro desiderio, della vostra vocazione personale, ad essere amati come figli e figlie di Dio. Che la preghiera del Padre possa accompagnare ciascuna di voi nella profondità del vostro desiderio, per incontrare il cuore di Gesù e dissetarvi nelle profondità del suo amore. E che questo amore vi conduca alla pienezza di vita, a scoprire quella fonte interiore che dà solidità e integrazione profonda al vostro cammino, anche dentro le sfide della vita e del nostro tempo.

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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