pregare con il vangelo della domenica

Mt 25,1-13 (XXXII TO)

La parabola delle dieci vergini

Due domande colgono il lettore moderno davanti ad una parabola come questa: perché lo sposo si fa tanto aspettare, che le vergini si addormentano tutte nell’attesa? E poi, perché le vergini sagge non possono dare un po’ del loro olio a quelle stolte?

Il significato della parabola sta nell’incrocio di queste due domande: la prima ci spinge a comprendere meglio il tema del tempo e della relazione con il mistero, mentre la seconda ha a che fare con la responsabilità personale. In effetti, tempo e responsabilità sono connessi.

La vita è, come ben sappiamo per esperienza, caratterizzata dallo scorrere del tempo, di cui ci rendiamo conto solo in momenti improvvisi, barlumi di coscienza che ci fanno comprendere quanta acqua è passata da un’esperienza che emerge al nostro ricordo. Ordinariamente, però, siamo tutti immersi nei nostri affari e problemi, tanto da non avere consapevolezza dello scorrere del tempo: questo è il sonno delle vergini. Esse certamente attendono l’arrivo dello sposo, l’incontro con il mistero di Dio nella loro vita, ma ordinariamente sono prese da tante cose più urgenti, mentre il tempo passa. Inoltre l’arrivo dello sposo è avvolto nel mistero della mezzanotte, cioè in un tempo che è sepolto nel buio della notte e non può assolutamente essere né previsto, né controllato. Ancora una volta il tempo è protagonista, nel senso che sia il suo scorrere (chronos) sia il suo giungere a compimento (kairos) sfuggono totalmente al controllo dell’uomo e obbediscono ad un disegno più profondo, che l’uomo può solo accogliere come dono o come condanna.

La differenza tra il dono e la condanna sta tutta lì, nell’olio della lampada, che non può essere ceduto, perché esso rappresenta la libertà della persona, la sua scelta di fondo: orientarsi ad un amore che lo spinge fuori di sé oppure chiudersi ad esso. Nel primo caso in tutto ciò che si fa, anche senza avere piena coscienza, in ogni momento, delle implicazioni di ogni azione e del fine ultimo della vita, questo amore è in grado di trasformare, purificare, orientare l’intenzione verso la pienezza, verso l’incontro con l’Amore, verso lo sposo che sta per arrivare. Questo è l’olio che rende possibile alla lampada di illuminare la strada davanti a sé, quanto basta per proseguire a camminare, passo dopo passo. Nel secondo caso invece ogni intenzione si chiude in sé stessa e non è in grado di andare oltre ad un orizzonte ristretto, che alla fine passa e non mantiene le sue promesse. La porta della vita non si apre se la riduce continuamente ad un orizzonte transeunte. Ma basta solo un poco d’olio, solo un pizzico d’amore, dato e ricevuto con una libera scelta, che quella porta è in grado di nuovo di aprirsi e di far entrare la vita. Solo che questa scelta è personale e non si può delegare.

  • Qual è il contesto geografico e narrativo dove avviene il discorso di Gesù? La parabola viene raccontata da Gesù nell’imminenza della sua passione, morte e resurrezione. Sta per giungere il compimento del tempo e i suoi discepoli sono chiamati a vivere nella vigilanza interiore, per accogliere la partenza del maestro e il suo ritorno misterioso nella loro vita.
  • Chi sono i personaggi e cosa dicono? Le dieci vergini, cinque sagge e cinque stolte e lo sposo. Le stolte chiedono olio alle sagge ma queste ultime rifiutano. C’è una scelta personale, che coinvolge l’attesa dello sposo, e che come tale non può essere delegata.
  • Cosa fanno i personaggi? Le vergini dormono. Ci si può chiedere se il sonno se colga mentre sono uscite ad aspettare lo sposo. Proprio qui sta il senso della parabola, nel senso di questa attesa in uscita. Le sagge prendono l’olio in piccoli vasi. Non si tratta di eroismo straordinario, ma di un’apertura alla vita e all’amore nella concretezza del quotidiano.
  • Quale rivelazione in gioco L’amore è un dono imprevedibile: a noi spetta solo rispondere in modo personale.ù

    Preghiera personale
  • Leggo il brano del Vangelo, almeno due volte, con attenzione, per farlo entrare nella mia memoria
  • Entro nel contesto del racconto, nel suo spazio e tempo particolari: Gesù è sulla strada per Gerusalemme e il suo tempo sta per compiersi
  • Chiedo una grazia, ad esempio quella di conoscere il Suo amore per me e come Egli desidera che la mia vita fiorisca
  • Comprendo ciò che la parabola intende dire e ricavo qualche spunto di riflessione
  • Medito su ciò che la parabola significa per me, per la mia vita
  • Cerco di raccogliere tutto ciò che ho meditato, a partire da ciò che provo in me: come mi ha toccato quello che comprendo? Quale sentimento mi suscita?
  • Dialogo con Gesù e con il Padre, lasciandomi trasportare, nel chiedere, nel ringraziare, nel lodare, nel contemplare, a seconda di ciò che sento.
  • Concludo la preghiera con un Padre Nostro e saluto il Signore con un gesto di riverenza.

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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