Esercizio per 3 novembre

  • Leggi Gn 22. Quali informazioni il lettore possiede in più di Abramo all’inizio e lungo lo svolgimento del racconto?

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

5 pensieri riguardo “Esercizio per 3 novembre

  1. Leggendo Gen.22, il lettore e’ per cosi’ dire” avvantaggiato” rispetto ad Abramo perche’ per noi,la lettura avviene alla luce della Rivelazione, del Vangelo, sapendo che Dio ha veramente sacrificato Suo Figlio, Gesu’ per amore degli uomini ma poi lo ha risuscitato ,riscattando Lui e tutta l’umanita’ dalla morte, Ma Abramo non puo’ saperlo e quindi ai nostri occhi ci appare come” il vero credente”, colui che ha una fede e una fiducia in Dio talmente smisurata da sacrificargli la cosa piu’ preziosa :Isacco. Abramo appare come un eroe ! Che Razza di Dio puo’essere colui che chiede un sacrificio cosi’ grande? Verrebbe legittimo porsi questa domanda e forse ne seguirebbe anche un giudizio negativo se non fosse per cio’che noi sappiamo. Si puo’ leggere in questa richiesta di sacrificio , proprio l’anticipazione della Croce. Ma Dio e’ il Dio della promessa e in virtu’ della fede, benedice Abramo e tutta la sua discendenza.

  2. La storia di Abramo è nota come quella di un eroe della fede e della cieca obbedienza a Dio.
    Tale eroicità deriva dalla percezione di Abramo, che nella sua obbedienza al Signore, è consapevole di essere richiesto al sacrificio più supremo, la vita del suo figlio primogenito, certamente più gravoso del sacrificio della sua stessa vita.
    In secondo luogo, tale eroicità trova fondamento nella legittima convinzione che non vi saranno in futuro altri figli, a causa dell’età avanzata di Abramo e soprattutto di Sara.
    In terzo luogo, va osservato che tale gesto non scaturisce da un timore per una punizione quanto piuttosto dalla fede, per cui ciò che viene da Dio – per quanto sia di difficile comprensione – non può non essere giusto.
    Nella lettura di questo brano, lo smarrimento del lettore rispetto alla richiesta di Dio, è temperato dal gesto misericordioso di Dio il quale, saggiata la fede del suo servo, lo salva.
    Sorge tuttavia spontanea la domanda: se Dio tutto conosce del cuore dell’uomo, perché richiede tale prova?
    Dio diventa a noi visibile proprio nel momento della prova; la prova diventa strumento al servizio della la fede, da essa la fede viene temprata poiché solamente aggrappandoci alla forza di Dio ogni prova può essere superata.
    Di questo, certamente, Abramo era consapevole.

  3. Dio mise alla prova Abramo chiedendogli di sacrificare il suo unico figlio, Isacco, nel territorio di Moria su un monte.
    Dio; solo una parola ripetuta due volte: “Abramo! Abramo!”.
    “Eccomi!”, parola che riassume in sé la disponibilità piena a compiere la volontà di Dio:
    offrire in sacrificio il figlio da lui tanto amato, rinunciando ad un profondo legame senza obiettare nulla.
    La fede di Abramo è tale da sapere che Dio interverrà; infatti nel momento culmine, quando prende il pugnale per il sacrificio, viene fermato all’ultimo istante da un angelo del Signore.
    Abramo nel suo percorso di vita, ha approfondito la propria fede, ha imparato a seguire colui che porta a compimento le sue promesse obbedendo al mandato affidatogli; così Dio si è rivelato a lui.
    Sara Benedetti

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