Dio sceglie per amore (Omelia II Natale)

In star wars la stessa forza che esprime una presenza divina, ha un lato oscuro e un aspetto luminoso. Entrambi fanno sempre parte della forza. In questa concezione c’ l’idea piuttosto diffusa oggi che Dio sia una sorta di energia, di forza e che bene e male siano due forme di questa energia allo stesso livello che si combattono l’un l’altro tra alterne vicende.

La bibbia ci insegna una più profonda e paradossale verità, Dio non è un’energia, ma persona, relazione, amicizia, che sceglie liberamente chi eleggere alla comunione con sè. Il male non è una forza o un’energia, perchè tutto è buono. Può essere solo il frutto di una libertà che sceglie di non rispondere o di rispondere di no a questo invito.

La verità ebraica che la sapienza ispirata nella prima lettura ci insegna è che Dio ha scelto un popolo, non il più grande e forte dei popoli, ma uno dei più piccoli, tanto che egli non esita a chiamare vermiciattolo. Questa scelta è frutto di un amore gratuito e non di alcune caratteristiche positive del popolo che obbligherebbero Dio a scegliere Israele.

In questo popolo la Sapienza ha preparato un banchetto e ha imbandito la tavola, per nutrire della verità di Dio gli uomini. Qui, in questo popolo, assumendone la cultura, la lingua e la storia, il verbo si è fatto carne. Lui è l’uomo nuovo, l’uomo in vista del quale tutto l’universo è stato creato. In lui infatti siamo stati scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, siamo predestinati ad essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. Attraverso quel popolo Dio ha scelto ciascuno di noi, suoi figli nel figlio.

Siamo chiamati a diventare figli nel figlio, a vivere da figli, generati non dalla carne e dal sangue, ma da Dio. Tutto è a servizio di questa misteriosa generazione, che si attua lungo la nostra vita e si compie con la morte.  I monti, il cielo, il vento, il mare, la pioggia, le stagioni, la luna e le stelle e gli immensi abissi del cosmo. Tutto è orientato a questa misteriosa finalità, pur senza essere mero strumento, perchè conserva una bellezza che è un fine in se stessa. Anche il lavoro dell’uomo, il progresso nella conoscenza e nella tecnica, l’economia, l’arte, la cultura, la politica, tutto ha non solo un fine proprio, ma anche un fine ulteriore, quello di essere trasparenza di Dio e della rivelazione dei Figli di Dio.

La nostra vita si gioca in questo sapiente equilibrio tra fini immediati del nostro operare, che sono importanti ma non devono esaurire la nostra intelligenza, e il fine ultimo che non è semplicemente oltre i nostri sforzi, ma sta all’origine dei nostri desideri e della nostra volontà e opera dentro le nostre azioni e perfino i nostri sbagli e peccati, per compiere il progetto di Dio.

La fede cristiana è un immenso allargamento di orizzonti, che ci permette di contemplare la realtà da un punto di vista infinitamente più alto di tutte le filosofie e di tutte le religioni. Essa non è come qualcuno ha detto, oppio dei popoli, o oscurantismo della ragione, ma potenziamento della ragione, attraverso una luce capace di fecondarla intimamente, di compiere la verità di noi stessi.

Anima, in me devi cercarti,

così me cercare in te.

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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