La saggezza che viene dall’alto

Come diventare saggi? Oggi abbiamo un po’ perso questa aspirazione e questa domanda, perché abbiamo sostituito la saggezza con la scienza e pensiamo di poter dare una risposta ad ogni cosa ricorrendo agli esperti. In questo modo però finiamo per delegare ad altri la nostra responsabilità su tanti aspetti della vita, su cui invece, è importante mantenere una libertà interiore: ne abbiamo avuto una prova durante il Covid, quando la scienza e la politica sono arrivate a normare la vita quotidiana delle persone, senza lasciare margini di autonomia.

La saggezza, intesa come la continua ricerca del bene e del bello nella nostra vita, è ancora necessaria ed è l’unica possibilità per trovare quell’unità interiore così necessaria in un mondo tanto frammentato dai metodi scientifici. La Bibbia ci presenta la saggezza non solo come una ricerca e uno sforzo dell’uomo, ma anche come un dono da parte di Dio. Anzi secondo l’immagine che il libro dei proverbi ci offre, la sapienza prepara un banchetto per noi, pieno di vino e di pane nutriente e poi ci invita a partecipare, gratuitamente. Non si tratta di un cibo che ci riempie fino alla sazietà, oppure di un prodotto culinario che ci inebria fino a darci dipendenza. Piuttosto è un cibo che ci nutre quanto basta ogni giorno, come una manna che discende dal cielo e che noi troviamo ogni giorno per aiutarci a camminare quel giorno, ma che non si può accumulare, né può produrre dipendenza. Non è una ricetta che pretende di offrire una soluzione per ogni situazione e nemmeno una formula magica che risolve i nostri problemi. È solo ed esclusivamente quel cibo di amore, speranza, fiducia, energia interiore, comprensione profonda, che ci aiuta a vivere con umanità e dedizione le nostre giornate, senza il bisogno di addormentare la nostra coscienza in ciò che ci annebbia.

Lo ripete l’autore della lettera agli Efesini, con altre parole, ma il concetto è il medesimo: non ubriacatevi di vino, ma siate ricolmi dello Spirito, intrattenendovi con Salmi, inni e canti ispirati. Il vino che fa perdere il controllo può essere associato a tutti quei beni, materiali e relazionali, che mi intrappolano, addormentano la mia coscienza e mi portano ad una sostanziale dipendenza. La nostra società è costruita per generare dipendenza, attraverso la profilazione dei nostri bisogni, anche inconsci, che l’uso dello smartphone oggi rende possibile: siamo terminali di una gigantesca macchina produttrice di beni, che ci manipola e ci addormenta, promettendo di darci ogni ora quello di cui abbiamo bisogno, per mantenere alto il livello della nostra dopamina. Ma così ci addormentiamo e perdiamo definitivamente il senso della nostra libertà e delle scelte che ci portano verso l’alto, magari difficili, magari incomprese, ma in cui si ritrova il nucleo più profondo della persona. Allora questa lettera ci propone un’altra ebbrezza, non quella della dopamina, ma quella dello Spirito, che non annulla la nostra coscienza e la nostra razionalità, ma anzi le valorizza pienamente. La saggezza è quindi il frutto di questa sobria ebbrezza dello Spirito, che è una pace e serenità profonda, che non ci abbandona mai, anche nelle oscillazioni del nostro umore. Questo frutto è davvero un cibo, una manna quotidiana. Ma come potere vivere questa pace, questa vita, così profonda?

Ce lo assicura Gesù nel vangelo, identificandosi lui stesso con questa sapienza discesa dal cielo, con questo cibo che è un pane misterioso. È la sua carne, ossia la sua umanità, che si rivela nell’amore con cui si è donato, offerto a noi sulla croce, a nutrirci così profondamente. Se ci nutriamo di lui, della sua persona, del suo stile, delle sue parole, dei suoi gesti, delle sue scelte, questo cibo finisce per assimilarci a sé stesso, a donarci quella vita che lo caratterizza, e che è la vita eterna. In alcuni casi, davvero solo la fede ci da questa forza di uscire dalle nostre schiavitù. Come Riccardo, che aveva una dipendenza da gioco, da cui non riusciva a liberarsi e che lo stava allontanando dai propri cari e dal proprio lavoro…rendersi conto del problema, rivolgersi agli esperti, è stato importante, necessario, ma non sufficiente. Solo la fede, solo affidarsi totalmente a Dio e sentire nel suo cuore la radice della sua libertà, lo ha riaperto definitivamente alla vita e alla gioia!

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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