Lunedì 18 marzo – Gv 8,1-11
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L’insegnamento di Gesù nel tempio non si limita alle parole, ma entra anche nella prassi di amministrazione della giustizia del popolo. La domanda dei presenti è tesa ad incastrarlo: o trasgredisce la legge di Mosé o avvalla una lapidazione che poteva incriminarlo presso la giustizia romana. Gesù va al cuore del comandamento: la Legge è scritta perché l’uomo si converta al Dio vivente e non per dare la morte. La misericordia è il pieno compimento della Legge.
Martedì 19 marzo – Mt 1,16-18
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La giustizia di Giuseppe supera quella della Legge, che gli imponeva il ripudio della sua donna. Egli non solo medita di farlo in segreto, per non nuocere alla ragazza, ma è anche pronto ad ascoltare ciò che Dio gli comunica in sogno e ad eseguire senza tentennamenti la Parola ascoltata. Senza la sua paternità il disegno di Dio non si sarebbe compiuto.
Mercoledì 20 marzo – Gv 8,31-42
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I giudei con cui Gesù si confronta non sono disponibili a lasciarsi trasformare dalla parola di Gesù. Significherebbe non possedere più la loro identità in modo rigido, come discendenti carnali di Abramo, ma permettere che l’identità evolva, per diventare discepoli di Gesù. La loro resistenza è tale che giungono a tentare di uccidere Gesù. Anche noi abbiamo forti resistenze alla Parola, a vivere da discepoli, ad amare di più. Lasciamoci liberare, guarire, riempire dalla sua parola d’amore e vivremo da figli e non da schiavi delle nostre sicurezze!
Giovedì 21 marzo Gv 8,51-59
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La prova che Gesù sta dando ai Giudei è la sua parola: egli precede Abramo non tanto cronologicamente, ma per essenza. Il Padre infatti attesta la provenienza del Figlio e testimonia in suo favore, con una gloria particolare, che solo Gesù conosce. Se Abramo vide il giorno del Figlio e ne gioì, ciò significa che attraverso la gioia per il figlio Isacco, Abramo si è connesso alla gioia messianica, quella del Figlio di Dio. C’è un Figlio che dà la vita per noi ed è Gesù di Nazareth: se ci apriamo a lui, conosceremo il Padre e godremo anche noi di quella gioia che ha contraddistinto la fede di Abramo.
Venerdì 22 marzo
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L’opposizione a Gesù diventa sempre più radicale. Egli invita i suoi oppositori a guardare i segni, le sue opere, i suoi miracoli, e ad ascoltare le sue parole, per comprendere la sua provenienza dal Padre. Il progetto di Dio è che tutti siamo dei, figli di Dio e quindi Gesù invita i suoi interlocutori a superare lo scandalo delle sue affermazioni. Siamo chiamati a vivere da figli, a godere di una vita ben più forte della morte.
