Pregare con il vangelo della Domenica

Gv 3,14-21 (IV Quareima Anno B; Trinità)

Gesù serpente innalzato nel deserto

Il messaggio nel contesto

Per l’evangelista Giovanni Gesù è il luogo in cui avviene la rivelazione di Dio tra gli uomini, perché egli è continuamente in comunione con il cielo aperto sopra di lui (cf. 1,51). L’itinerario del Figlio dell’uomo è caratterizzato da una discesa dal cielo per poi essere innalzato successivamente sulla croce (cf. Gv 12,32-34). La stessa crocifissione di Gesù ne indica dunque paradossalmente la gloria. A conferma di ciò, nel suo dialogo con Nicodemo, Gesù cita la Scrittura, e particolarmente l’episodio in cui gli israeliti in marcia nel deserto vennero guariti dalle punture velenose dei serpenti per mezzo del serpente di bronzo innalzato da Mosè (cfr. Nm 21,8; Sap 16,7). Questo serpente è una figura di Gesù innalzato sulla croce: è sufficiente infatti guardarlo per essere guariti, ricevere il dono della fede e testimoniarla (cfr. Gv 19,35-37).

Questo itinerario del figlio dell’uomo è la manifestazione che Dio ama il mondo, proprio quel mondo che fu fatto per mezzo del Verbo ma che non lo ha riconosciuto (1,10), e la conseguenza di questo amore è il dono del Figlio unigenito, fino alla morte di croce (16).

Questo dono è in grado di generare la fede, che alimenta in noi la vita eterna. Così il giudizio di Dio non è l’emissione di una sentenza da parte di un giudice imparziale, ma la conseguenza operativa della decisione dell’uomo e della sua libertà di fronte all’offerta della vita eterna (17). Questa fede è l’opera fatta in Dio (cfr. 6,28-29): da essa procede il camminare nella verità, alla luce di Cristo (v. 21). Ogni uomo è chiamato ad aprirsi alla fede e a godere della luce del Verbo incarnato.  Chi non vuole venire alla luce, in realtà lo fa perché è affezionato alle sue opere cattive e non vuole che esse vengano allo scoperto. Non c’è quindi nessuna predestinazione alla condanna, ma solo l’opera continua della luce, che trasforma il cuore dell’uomo illuminandolo e salvandolo.

  • Qual è il contesto spazio-temporale del racconto

-Gesù risponde al fariseo Nicodemo e rivela quanto il figlio dell’uomo ha appreso dal Padre. Tale rivelazione è superiore a qualsiasi punto di vista umano, perché proviene dal Figlio e dal Padre

  • Qualche domanda

– Dio ha tanto amato il mondo. Spesso il mondo, con tutto il male che esso porta, mi scandalizza. Come cambierebbe il mio sguardo se lo scrutassi con gli occhi di Dio?

–  Ha dato il suo figlio unigenito. Quale immagine coltivo di Dio, è un Dio che richiede e pretende da me o che dà?

–  Ha mandato il suo figlio per salvare il mondo. Quale idea ho della giustizia di Dio? Come intendo la salvezza?

–  Chi crede in lui non incorre nel giudizio. Cosa comporta per me la fede?

  • Leggo il brano del Vangelo, almeno due volte, con attenzione, per farlo entrare nella mia memoria
  • Entro nel contesto del racconto, nel suo spazio e tempo particolari: siamo nella stanza di Gesù, insieme a Nicodemo
  • Chiedo una grazia, ad esempio quella di maturare una conoscenza interiore di Lui, che è il mio maestro, per amarlo seguirlo sempre più
  • Leggo più volte il testo, per farlo entrare nella mia memoria, e mi aiuto nella comprensione con la scheda
  • Comprendo il senso del testo per la mia vita
  • Dialogo con Gesù e con il Padre, lasciandomi trasportare, nel chiedere, nel ringraziare, nel lodare, nel contemplare, a seconda di ciò che sento.
  • Concludo la preghiera con un Padre Nostro

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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