Bestie ed angeli

Che il deserto non sia un luogo ospitale è abbastanza evidente. Che tuttavia sia abitato da tante creature, vegetali e animali, che riescono ad adattarsi e a sopravvivere anche in condizioni climatiche estreme, e altrettanto noto.

Nel caso di Gesù il deserto è perfino un luogo di rivelazione, un posto privilegiato, in cui lo Spirito stesso lo conduce senza indugi, dopo il battesimo ricevuto da Giovanni. Qui accade qualcosa di estremamente importante per lui e anche per noi. L’evangelista Marco lo riassume in una frase semplicissima ed anche molto profonda: stava con le bestie e gli angeli lo servivano. Cosa significa questa descrizione? Perché Marco deve sottolineare questa coabitazione di Gesù con le bestie, con gli animali selvatici e insieme questo sostegno angelico? Io la trovo molto intrigante e penso che possa essere intesa in una chiave un po’ simbolica.

Le bestie rappresentano senz’altro la parte corporea, animale e psicofisica della natura umana di Gesù. Attraverso la natura Gesù si specchia in ciò che ha in comune con essa: la propria animalità, i propri bisogni fisici e psicologici: la fame, la sete, il bisogno sessuale, affettivo, ed anche, in forma pienamente umana, i bisogni di stima, di riconoscimento ecc.

Queste sono le bestie con cui siamo in contatto ogni giorno e nel tempo della Quaresima anche noi siamo invitati a rendercene consapevoli, a prendere contatto con essi, che abitano anzitutto nel nostro corpo, a sentirli senza giudicarli, come parte integrante e necessaria della nostra umanità. Quanto spesso, purtroppo, siamo immersi nei nostri pensieri e così staccati dalla nostra realtà concreta, corporea, che finiamo quasi per non sentire e trascurare, salvo poi subire il contraccolpo di qualche influenza o acciacco, che ci costringe a prendere consapevolezza della nostra umanità e dei suoi limiti.

Dobbiamo anche renderci conto che il mondo di oggi, con i suoi smartphone e l’intelligenza artificiale, punta a profilare in modo sempre più raffinato i nostri bisogni e la nostra umanità, per saturarli automaticamente con delle proposte, che hanno come finalità renderci dei consumatori perfetti. In questo modo ci addormenta e ci impedisce di essere più consapevoli della nostra umanità e dei suoi desideri, perché ci fa trovare subito la risposta a tutto.

Ma questo ci limita gravemente perché oltre ai bisogni ci sono anche i desideri, e questi sono proprio quegli angeli che servono Gesù. Se i bisogni possono essere saziati, i desideri invece crescono nella misura in cui si realizzano e ci permettono di superare continuamente noi stessi, verso mete di sempre maggiore pienezza. I desideri permettono ai bisogni di aprirsi alla vita, agli altri, alla costruzione di un bene comu6ne, al raggiungimento dei significati che danno valore alla nostra vita, personale e sociale. Ma senza i bisogni i desideri sono disincarnati, astratti, teorici, e non si possono concretizzare. I desideri sono come gli angeli che ci guidano alla comprensione più profonda della nostra chiamata, della nostra vocazione ma hanno bisogno delle bestie selvatiche per fare la storia della nostra vita.

Ecco il deserto è proprio il luogo dove possiamo recuperare l’unità, l’integrità della nostra realtà umana, tra bisogni e desideri, come Gesù. E lo facciamo attraverso un esercizio tanto semplice quanto profondo, che è la preghiera. Come Gesù nel deserto. Per scoprire come la preghiera ci aiuti a tener conto dei nostri bisogni e a far emergere i nostri desideri a prendere consapevolezza di noi, e del fatto che Dio si cura di tutta la nostra persona, rispondendo alle nostre richieste non in modo automatico, ma sempre nuovo e inaspettato. È un esercizio di libertà dai nostri smartphone e dalla logica di una comunicazione continua ed invadente. Al mattino quando ci svegliamo, invece di accendere i nostri cellulari e televisioni, proviamo a stare un po’ in silenzio e pensare con Dio alla giornata che si apre, a cosa vorremmo e desideriamo e mettiamolo nelle Sue Mani. La preghiera e il silenzio sono come l’arco sulle nubi del racconto di Noè: essa unisce il cielo e la terra e ci aiuta a ritrovare la nostra integrità, come uomini fatti di carne e di spirito.

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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