Oggi è sempre molto in voga l’astrologia, che cerca di comprendere gli uomini e i loro caratteri, comportamenti e destini attraverso le stelle e i segni zodiacali.

Le stelle sono sempre state indicazioni per gli uomini, per la loro storia e la loro vita. Nella loro configurazione così complessa ma in fondo ordinata gli uomini hanno sempre tentato di decifrare il mistero della vita. Nella convinzione che ci sia una correlazione tra il cielo e la terra, perché ad ogni vita di uomo corrisponde una stella in cielo.
Così la stella del messia era già stata prevista dal mago Balaam nell’Antico Testamento, colui che benediva Israele, profetizzando una stella, cioè un re, sorgere da Israele.
Ma Balaam non era un Israelita, era un santone pagano, in realtà nemico di Israele e dai cui consigli Israele si sarebbe dovuto ben guardare. Eppure anche lui non si era potuto trattenere dal considerare e desiderare quella stella. D’altra parte de-siderare in latino significa proprio “dalle stelle”: il nostro desiderio più profondo, più puro, più vero, viene dall’alto.
Ogni uomo è spinto da questo desiderio nel cuore a cercare la stella, a raggiungerla, a conoscerla ed è in fondo misteriosamente attratto da essa. Oppure potrebbe averne paura perché nella sua vita ha già raggiunto degli equilibri e delle posizioni che egli vuole difendere e non accetta che questo desiderio li possa mettere in discussione. In questo caso la reazione più naturale al desiderio profondo è la paura. È la reazione di Erode e anche della città di Gerusalemme, all’arrivo dei magi.
Paura o desiderio. Dobbiamo imparare a decifrare la scrittura del cuore, per comprendere che essa è in relazione con un’altra Scrittura quella del cielo e quella delle Scritture di Israele. Erode non vuole decifrare, non vuole leggere le Scritture per comprenderle, vuole solo utilizzarle per difendersi da quello che teme possa essere un disegno potenzialmente ostile per lui. Ma è una paura infondata. Così manda i magi a Betlemme, facendosi promettere che sarebbero tornati da lui. Paradossalmente, proprio mentre vuole utilizzare la Scrittura per mantenere il suo potere, la Scrittura lo utilizza come strumento per compiere i suoi disegni. Proprio mentre cercano di impedirli, gli avversari di Gesù finiscono per compiere i disegni di Dio. Così accadrà anche sulla croce: proprio insultando Gesù e mettendo fine alla sua vita sulla terra, i suoi avversari hanno reso possibile il paradossale compimento del suo disegno con la sua morte e resurrezione.
Egli poteva risorgere perché è espressione nella carne di un desiderio, di una vita, proveniente da Dio. La festa dell’Epifania quindi è la manifestazione di un desiderio che vince la morte e che proprio così mostra la sua universalità, il suo essere rivolto ad ogni uomo senza eccezioni, senza confini.
Penso ad uomini di altre culture e religioni: i magi lo sono. Abbiamo a cuore diverse persone che non conoscono Gesù e sono apparentemente distanti. In realtà dovremmo sapere che nel profondo del loro cuore anche queste persone sono intimamente connesse con lui.
Penso anche a persone care che hanno lasciato i sacramenti e un’attiva partecipazione alla comunità cristiana. Questo ci fa soffrire e ci lascia un senso di inadeguatezza, come se fosse colpa nostra, come se il Signore ce ne chiedesse conto. Ma i sensi di colpa e le paure non servono a nulla. Lasciamo risplendere quel desiderio nel nostro cuore. Ascoltiamo il desiderio nel loro cuore.
Tutto, anche le paure, le resistenze, le ferite, alla fine sono parte di un disegno più grande. Mettiamoli nelle mani di Dio, perché il disegno del loro cuore possa finalmente trovare una strada per portarli ad una gioia più grande e più vera.
