Mt 4,1-11 (I Quaresima) Gesù tentato

Il messaggio nel contesto
Il diavolo prende spunto dalla fame di Gesù (v. 2) per tentarlo. Come Mosè che sta sul monte per 40 giorni e 40 notti, come Elia che cammina fino al monte Oreb per 40 giorni e 40 notti, come il popolo che cammina nel deserto per 40 anni, anche Gesù passa attraverso la prova del limite umano, del bisogno, della debolezza, per scoprire la propria dipendenza da Dio come uomo e come Figlio di Dio.
C’è un crescendo in queste tentazioni fino al definitivo smascheramento del tentatore, Satana.
Satana parte proprio dalla sua condizione di Figlio di Dio, per indurlo a usare un potere divino, capace di autonutrirlo, e così trasformare le pietre in pane. Gesù risponde con il testo di Dt 8,3: “non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Questo testo fa riferimento all’esperienza della manna nel deserto: qui il popolo di Israele ha paura di morire di fame e Dio lo nutre con un cibo quotidiano. Noi uomini per paura di morire tentiamo di darci la vita da soli, ma non comprendiamo di aver solo bisogno dell’amore di Dio, che riceviamo ogni giorno come dono, senza pretenderlo. Ce lo mostra il Figlio di Dio, colui che per definizione dipende dal Padre e vive con lui una profonda intimità d’amore.
Nella seconda tentazione Satana porta Gesù sul pinnacolo del tempio e gli dice di buttarsi giù, citando il Salmo 91,11-12. Gesù risponde con la frase di Dt 6,16: “non tenterai il Signore Dio tuo”, che si riferiva all’episodio di Massa, quando Dio aveva fatto scaturire l’acqua nel deserto. È l’esperienza di chi ha paura di essere solo e abbandonato e comincia a chiedere a Dio un segno, per costringerlo a rivelarsi.
Nella terza tentazione Gesù sul monte altissimo fa l’esperienza del potere che Dio dà al messia secondo i Salmi (cf. Sal 2.110). Ma egli lo deve “ricevere” come dono da Dio e non pretendere attraverso le sue forze o attraverso l’adorazione di un potere alternativo a Dio. Gesù infatti risponde con il testo di Dt 6,3 “temerai il Signore Dio tuo” dove Mosè contempla il dono della terra di Israele sul monte altissimo (Dt 34,1-4). La gloria del Regno di Dio e del potere può essere solo dono di Dio e non una conquista personale dell’uomo, magari attraverso una serie di compromessi.
- Qual è il contesto spazio-temporale del racconto
Dopo il battesimo Gesù viene condotto dallo Spirito nel deserto. L’esperienza della prova è permessa da Dio, perché Gesù si possa rivelare come il Figlio fedele. Il deserto è il luogo della relazione intima con Dio e della prova. Mi interrogo su quali momenti e aspetti di prova sto vivendo e su come coltivo la mia relazione con Dio nel deserto.
- Cosa fanno i personaggi
Il tentatore si avvicina a Gesù. L’esperienza della tentazione è profondamente umana e Gesù la attraversa. Mi sento accompagnato da lui in questa esperienza?
- Cosa dicono i personaggi
Il tentatore parte sempre dalla natura di Gesù: se sei figlio di Dio. Egli equivoca questa natura pensando che essa implichi una totale autonomia del Figlio e non una sua relazione con il Padre. Chiedo di percepire la bontà del Padre e la forza per affidarmi a Lui. Gesù risponde utilizzando la parola della Scrittura: non si solo pane vive l’uomo ma di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio. Mi chiedo dove faccio consistere per me la vita.Non tenterai il Signore Dio tuo: mi chiedo dove penso di mettere alla prova Dio.Prostrandoti mi adorerai. Provo a smascherare quelqualcosa o qualcun altro oltre a Dio a cui io riservo la mia adorazione.
- Quale rivelazione?
Gesù è il Figlio di Dio che attraversa l’esperienza della tentazione sempre sorretto dal Padre e dal dono dello Spirito Santo, che rende la sua volontà umana in grado di affrontare e resistere agli assalti sottili del male.
Schema di preghiera su memoria-intelligenza-volontà
- Scegli il tempo, la durata, il luogo e la posizione che più ti aiutano a pregare: quando hai trovato ciò che ti aiuta, resta, e non pensarci più.
- Pacificati, respirando profondamente. Senti l’aria che dall’esterno entra nel tuo interno. Sentila uscire.
- Chiedi allo Spirito Santo che ti aiuti a pregare, che tutta la tua persona: corpo, affettività, immaginazione, intelletto, volontà, spirito…, partecipi e sia orientata alla preghiera.
- Ricorda brevemente il testo su cui pregherai.
- Immagina di trovarti in un luogo “interiore” dove incontri il tuo Signore. Rimani lì.
- Chiedigli ciò che desideri da questo momento di preghiera.
– Ora rileggi il brano biblico; cerca di capirlo, soprattutto per come ti è stato spiegato: cosa dice il brano in sé?
– Fai memoria della tua vita quotidiana, le tue situazioni, quello che sei… a partire dal racconto biblico.
– Comprendi quello che il racconto vuole dire alla tua vita, come ti conduce a rileggerla, quale luce ti vuole donare, quale consolazione ti può trasmettere.
– Disponi la tua volontà a fare un passo nella direzione in cui la Parola ti orienta.
- Dialoga con il tuo Signore, in quel luogo interiore, ed esprimi ciò che desideri dirgli.
- Salutalo nel terminare la preghiera.
