Pregare con il vangelo della domenica

Mt 5,38-48 (VII TO)

Gesù Maestro

Il messaggio nel contesto

La Legge che Gesù qui richiama: “occhio per occhio e dente per dente” (Lv 24, 20) è nota fin dall’antichità come norma del taglione. Essa non è affatto guidata da un’intenzione violenta, ma dalla necessità di porre un argine alla violenza umana tramite un principio di retribuzione. Nella Bibbia la troviamo enunciata per la prima volta dopo il diluvio (Gn 9,6), come dispositivo dell’Alleanza di Dio con Noè, in antitesi alla spirale di vendette che caratterizzava la generazione antediluviana (cf. Gn 4,23-24). Gesù Maestro va alla radice della Legge e ne compie l’intenzione nonviolenta. Le immagini concrete che vengono da Lui proposte (porgere l’altra guancia, lasciare il mantello a chi vuole  sequestrare la tunica, fare due miglia con chi ti costringe ad accompagnarlo per uno) non vanno comprese alla lettera, ma come una provocazione, volta a spezzare con fantasia il circolo inevitabile di azioni e opposizioni che la Legge stessa concede per canalizzare la violenza umana.  Si tratta infatti di “non fare opposizione al malvagio” (v. 39), usando le sue stesse armi, ma di aggirarne le difese, stimolando una presa di coscienza.  Solo così si può entrare nel cuore della persona, aiutandola a comprendere la propria violenza e il proprio egoismo e favorendo una liberazione dalla forza e dalle “macchinazioni” del male.

In fondo si tratta di sconfiggere non il malvagio ma “il male” e questo non lo si può fare combattendolo direttamente. Troppo alto è il rischio che l’orgoglio e la presunzione ci portino a fare anche noi del male. Bisogna invece, come insegna la tradizione ebraica e Gesù stesso, costruire una siepe intorno ai comandamenti, prevenendo e aggirando quelle situazioni in cui possono esplodere risentimento e rabbia, e sapendo porre alcuni gesti in grado di trasformare i sentimenti cattivi. Non c’è alcuna situazione che non presenti almeno una possibilità di trasformazione e cambiamento, da favorire con fantasia, libertà e grande pazienza e attenzione umana.     

Dietro a queste parole di Gesù nel Vangelo di Matteo si intravede il volto di una comunità perseguitata e sottoposta a diverse prove, capace di trovare nella mitezza del suo Maestro (cf. 5,5; 26,67) il modello per sconfiggere la violenza alla sua radice, partecipando della sua croce e resurrezione. Egli è il Figlio che rinuncia a farsi giustizia da sé, perché sa che solo la potenza dell’amore è in grado di cambiare la storia secondo il disegno del Padre. Egli infatti intende compiere le Scritture facendo la volontà del Padre (cf. 26,53-54). Si tratta allora di amare anche i propri nemici, in modo sovrabbondante (v. 47), capace di andare oltre i confini di Israele, popolo eletto, o della comunità cristiana, esattamente come fa il Padre, che ama giusti e ingiusti in modo gratuito. Ogni cristiano è chiamato a diventare figlio, sul modello di Gesù, facendo del Padre la roccia su cui poggiare tutta la propria esistenza (cf. 7,26-27). 

  • Qual è il contesto spazio-temporale del racconto

Gesù parla dal monte ai discepoli e si rivolge con il “voi”, ai discepoli stessi, per indicare le esigenze della sua Legge.

  • Qualche domanda

– Non opporvi al malvagio: penso a quali occasioni e circostanze mi portino spesso ad una contrapposizione frontale da cui esco interiormente sconfitto.

– Pregate per quelli che vi perseguitano. Mi chiedo quanto possa ricorrere alle risorse della preghiera, per vincere i risentimenti.

– dà a chi ti chiede: penso alle situazioni in cui la paura mi porta ad avere atteggiamenti di difesa e chiusura rispetto a possibili richieste.

– siate perfetti com’è perfetto il Padre vostro : mi interrogo su come vivere una prospettiva di maggiore gratuità dell’impegno quotidiano, nel lavoro, nella famiglia.

Per la preghiera personale

  • Invoco lo Spirito Santo (con un canto o con la Sequenza o con un’invocazione più libera) Ad esempio: Vieni Santo Spirito, entra in me, con la tua luce, con il soffio della tua vita, aiutami a sentire il Tuo Amore, la Tua Pace e ad aprire il mio cuore a quella Parola che oggi custodisci per me, in modo che ogni mio pensiero e ogni mia azione abbiano da te il loro inizio e in te e per te il loro compimento.
  • Leggo il brano del Vangelo, almeno due volte, con attenzione.
  • Entro nel contesto del racconto, nel suo spazio e tempo particolari:.
  • Chiedo una graziaciò che desidero da questo momento di preghiera, ad esempio di fare un’esperienza profonda e intima di Gesù e del suo amore per me.
  • Cerco di comprendere maggiormente il significato del testo in sé stesso, con l’aiuto del breve commento precedente.
  • Cerco di comprendere cosa dice il testo a me, alla mia vita oggi.
  • Cerco di raccogliere tutto ciò che ho meditato sin qui, a partire da ciò che provo in me: come mi ha toccato quello che comprendo? Quale sentimento mi suscita?
  • Dialogo con Gesù e con il Padre, lasciandomi trasportare, nel chiedere, nel ringraziare, nel lodare, nel contemplare, a seconda di ciò che sento.
  • Concludo la preghiera con un Padre Nostro e saluto il Signore con un gesto di riverenza.

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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