Una siepe per custodire il cuore

Spesso avvengono dei furti nelle nostre case, che ci mettono un po’ in allarme e in tensione. Come si fa ad evitarli, specie per chi ha una casa bella e spaziosa con un bel giardino? Oggi abbiamo i sistemi di sicurezza. Ai tempi di Gesù si facevano delle siepi belle grandi, che circondavano la casa e impedivano ai ladri di entrare.

I rabbi del tempo di Gesù facevano proprio questo paragone per spiegare come proteggere la casa del nostro cuore dal rischio di deragliare, di mancare il bersaglio della vita, trasgredendo i comandamenti di Dio. Il comandamento, il precetto (mitzwah) è infatti come una bella casa, spaziosa, ampia e ricca, che il ladro che viene da fuori cerca di derubare. Per evitare che il ladro entri in casa non basta tenerla pulita, bisogna costruire una grande siepe intorno. E che cosa è questa grande siepe? È la custodia del cuore, che ci fa capire come interpretare quel comandamento e custodirlo nel caso concreto, nelle circostanze reali della nostra esistenza.

Così ad esempio io posso dire di rispettare il comandamento del “non uccidere”, perché materialmente non ho mai ucciso nessuno. Ma mi avvicino molto a questo rischio anche con le mie parole, se ad esempio parlo male di una persona, sottolineando solo i suoi sbagli e le sue mancanze, in modo da metterla in cattiva luce davanti agli altri. È come se uccidessi quella persona…certo non arriverò mai a farla fuori fisicamente, ma nel mio cuore la linea di tendenza è tracciata, io ho cancellato quella persona. Costruire una siepe attorno al comandamento, secondo le parole di Gesù, significa tenere aperto il cuore verso gli altri: se ho parlato o pensato male di una persona, provo magari ad aggiungere anche una caratteristica buona di quella persona, per cui valga la pena, agli occhi di Dio, che quella persona continui a vivere.

O ancora l’adulterio. Certo non mi capita di tradire il mio compagno o compagna, ma quante immagini possono offuscare, indebolire, il mio desiderio di darmi a lei o a lui; c’è forse una relazione che sta diventando molto importante, che toglie a lui o a lei una parte dei miei pensieri e del mio cuore? Lo posso notare chiaramente in me…e allora custodisco il cuore… Certo, mi direte, l’amore umano è debole, soggetto ai cambiamenti, poi nascono i figli e addio intimità…la pretesa di Gesù è di dirci la struttura fondamentale del desiderio e dell’amore: essi sono fatti per la totalità e l’esclusività. Dal momento che l’amore non è un contratto e non ha delle condizioni, ma l’unica condizione è di rispettare la dignità incondizionata dell’altro, ciò significa che è scritto al suo interno un “per sempre”. Poi certo, c’è la nostra debolezza, la nostra fragilità…il Signore lo sa e per questo e c’è anche sempre la sua misericordia, che sa scrivere diritto sulle nostre righe storte e sa aiutarci a ricominciare anche dentro le nostre ferite.

Infine ancora il giuramento: perché Gesù si oppone al giuramento? Perché è come sostituire la parola di Dio con le nostre parole. Quante parole ci sommergono ogni giorno, giornali, social…e tutti pretendono di dire la verità. Allora non prendere parte al coro! non giurare potrebbe essere tradotto così oggi: non pretendere di esistere perché dici qualcosa da qualche parte… Solo la Parola di Dio ti fa esistere, nel silenzio profondo del tuo cuore: è Lui che ti sorregge ogni giorno.

Solo in questo silenzio del cuore matura il dono a Dio e ai fratelli che possiamo fare ogni giorno, matura la pienezza della nostra umanità. Gesù non si è limitato ad insegnarlo, lo ha anche vissuto in prima persona, fino a dare la propria vita al Padre e ai fratelli, lì sulla croce: il braccio verticale, l’amore di Dio, e quello orizzontale, l’amore degli uomini, si sono fusi in un unico abbraccio, che ci trascina verso l’alto, con la forza dell’amore. Si, siamo poveri, siamo fragili, ma siamo amati, e questo ci dà il coraggio di puntare in alto e di custodire il cuore, ogni volta, senza stancarci mai!

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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