Pregare con il vangelo della Domenica

Mt 5,13-16 (V TO)

Voi siete il sale della terra e la luce del mondo

Il messaggio nel contesto

Qui Gesù si rivolge con enfasi a “voi” (v. 13), indicando gli stessi discepoli perseguitati e oltraggiati  a causa sua (v. 11). Proprio loro sono il “sale della terra”, perché il sale è ciò che da sapore, condimento a tutto il cibo e veniva usato anche per conservare gli alimenti. Qui al posto del cibo è indicata metaforicamente “la terra”, per significare la destinazione universale della missione dei discepoli (cf. Mt 28,18-19). Essi quindi sono ciò che da sapore, rende buona e nello stesso tempo conserva tutta la terra: essi non vivono per loro stessi, ma sono un dono per tutto il mondo. Se perde il sapore (cosa molto difficile per il sale, ma in qualche caso possibile, a causa dell’effetto dell’umidità e della presenza di misture di sali diversi), non può essere però più utilizzato. Il peso di questo detto di Gesù cade dunque sull’avvertimento: il discepolo che dà sapore al mondo deve guardarsi dal non perdere il proprio sapore. 

I discepoli sono dunque sono anche luce del mondo, come una città visibile, perché posta in cima al monte (v. 14).  La metafora si amplifica con l’immagine del lampadario. Bisogna pensare ad una casa palestinese, dove c’era un ambiente unico, e dunque bastava solo un lampadario per tutta la casa. La luce che Cristo ha portato in mezzo al popolo che camminava nelle tenebre (cf. Mt 4,16) ora deve essere portata dai discepoli in tutto il mondo. Altrimenti sarebbe come mettere il lampadario sotto il moggio.

Come questa luce potrà diffondersi nel mondo?  Attraverso le buone opere (v. 16), che indicano non solo il rispetto dei comandamenti, ma ancor più un comportamento caratterizzata dalla gratuità del Padre, che ama senza contraccambio tutti gli uomini (cf. Mt 5,46-48). È chiaro che qui Gesù non indica semplicemente una serie di azioni, ma tutta la vita dei discepoli, la vita del popolo di Dio che cammina nella storia e diffonde la luce della sua testimonianza.   Dunque le azioni buone non hanno per fine semplicemente quello di raggiungere una finalità specifica, diversa a seconda del tipo di azione, ma soprattutto quello di trasmettere una testimonianza, perché l’amore si vive più nelle opere che nelle parole. Inoltre tali azioni non costituiscono semplicemente il frutto di una responsabilità personale, ma hanno una funzione “ecclesiale”, come segno della presenza di Gesù nella comunità che vive dentro alla storia.

Per la lettura popolare

  • Qual è il contesto spazio-temporale del racconto

-Gesù parla dal monte ai discepoli e si rivolge con il “voi” ai discepoli stessi, perseguitati per il suo nome. Mi chiedo se, quando vivo una difficoltà o sofferenza da cristiano, sono consapevole che il Signore si rivolge a me direttamente con la sua parola e mi sostiene.

Qualche domanda ulteriore

Voi siete il sale della terra, se Gesù lo dice di me significa che vuole aiutarmi a comprendere la grande dignità della mia chiamata e a comprendere bene quali sono le tentazioni da cui guardarmi, per evitare il rischio di perdere il sapore.

Voi siete la luce del mondo: il Signore mi invita a considerare l’importanza della mia testimonianza, anche senza tante parole, ma con la mia vita. Mi posso chiedere, in concreto, quale testimonianza concreta e attiva il Signore mi chiama oggi a compiere.

La città sopra un monte: mi chiedo se sono consapevole del carattere “ecclesiale” e “comunitario” della mia testimonianza cristiana, al lavoro, in famiglia, con gli amici ecc.

– La lampada illumina tutti quelli che sono nella casa: avverto la dimensione universale della mia chiamata ad essere annunciatore del Vangelo e testimone di Gesù. Se la mia testimonianza si gioca anche nelle relazioni piccole e quotidiane, in realtà essa va considerata sullo sfondo della missione universale di Gesù verso il Regno di Dio.  

  • Per la preghiera personale
  • Invoco lo Spirito Santo (con un canto o con la Sequenza o con un’invocazione più libera) Ad esempio: Vieni Santo Spirito, entra in me, con la tua luce, con il soffio della tua vita, aiutami a sentire il Tuo Amore, la Tua Pace e ad aprire il mio cuore a quella Parola che oggi custodisci per me, in modo che ogni mio pensiero e ogni mia azione abbiano da te il loro inizio e in te e per te il loro compimento.
  • Leggo il brano del Vangelo, almeno due volte, con attenzione.
  • Entro nel contesto del racconto, nel suo spazio e tempo particolari:.
  • Chiedo una graziaciò che desidero da questo momento di preghiera, ad esempio di fare un’esperienza profonda e intima di Gesù e del suo amore per me.
  • Cerco di comprendere maggiormente il significato del testo in sé stesso, con l’aiuto del breve commento precedente.
  • Cerco di comprendere cosa dice il testo a me, alla mia vita oggi.
  • Cerco di raccogliere tutto ciò che ho meditato sin qui, a partire da ciò che provo in me: come mi ha toccato quello che comprendo? Quale sentimento mi suscita?
  • Dialogo con Gesù e con il Padre, lasciandomi trasportare, nel chiedere, nel ringraziare, nel lodare, nel contemplare, a seconda di ciò che sento.
  • Concludo la preghiera con un Padre Nostro e saluto il Signore con un gesto di riverenza.

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

Lascia un commento