Pregare con il Vangelo

Mt 1,18-25

Giuseppe e la maschilità liberata (breve riflessione)

Sognare. Sembra qualcosa che non c’entra più con la vita adulta. Solo i bambini e gli adolescenti sognano. Eppure anche oggi ci possiamo chiedere quanto i ragazzi sognino il loro futuro e quanto invece siano presi dal gestire continuamente stimoli provenienti dal loro presente. La verità è che il sogno esprime la parte più profonda del cuore, di ragazzi e di adulti, e muove ciascuno verso il futuro, verso la vita, verso una pienezza misteriosa, non ancora del tutto chiara.

Anche Giuseppe si è lasciato mettere in discussione da un sogno.

Che cosa si oppone maggiormente alla logica del sogno e perché noi adulti ormai sogniamo così poco, tanto da avere pochissima fiducia nel futuro? La logica opposta al sogno è quella del controllo. Dove c’è controllo totale non c’è vita: c’è infatti la pretesa di regolare tutto, in modo difensivo e rassicurante: alla fine però ciò che rimane fuori da questo controllo della realtà è l’essenza stessa della vita, che è anche cambiamento, novità, rischio, imprevisti…

Vediamo il caso di Giuseppe, uomo giusto. Nella sua prospettiva di vita, lui un buon artigiano che aveva stipulato un contratto di matrimonio con una giovanissima donna, Maria, si profilava un’esistenza sobria ma tutto sommato sicura: in questa vita c’era la possibilità di compiere il suo sogno, avere una famiglia, in modo ordinario.  Ecco che in questa situazione di normalità e serenità subentra un imprevisto che turba Giuseppe e lo mette in una situazione di grande ansia. Che fare? Ripudiare Maria? Ma sarebbe stato come condannarla a morte. Rimandarla in segreto con una lettera? Si, forse, la Legge lo consentiva…ma in un villaggio così piccolo sarebbe stato comunque una macchia importante per Maria. Sicuramente Giuseppe si sente tradito, può fare diverse ipotesi, tra cui anche quella che Maria abbia subito una violenza e non sia affatto colpevole…è in questo contesto drammatico che si inserisce il sogno di Dio, a confermare i desideri di Giuseppe di avere una famiglia, ma in modo diverso e più profondo.

“Non temere”: dice l’angelo nel sogno, ed è il primo segno di una parola che proviene da Dio, il cui frutto è la vittoria su tutte le paure e i timori. Quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Giuseppe è invitato ad accogliere il mistero della vita, nella sua novità radicale, e a lasciarsi trasportare da esso, abbandonandosi ad una corrente profonda e vitale.

Quando la vita ti sorprende, anche in modo negativo, non resta che accogliere il mistero, abbandonarsi ad esso, nella fiducia che c’è una Parola di Dio per me, per noi, anche li anche in quel passaggio faticoso. E questa Parola sarà in grado di compiere in modo nuovo e inaspettato i sogni che teniamo custoditi nel cuore.

Solo alla fine saremo in grado di decodificare e comprendere la via misteriosa attraverso cui il sogno si è compiuto nella vita. Ebbene, Giuseppe ci invita e ci aiuta ad essere più disponibili, a fidarci, ad accogliere la vita non come un programma prestabilito da noi stessi, ma come mistero nelle mani di Dio, che desidera la nostra salvezza e la salvezza del mondo.

La logica del sogno non è quella del guadagno subito e certo, del controllo totale su noi stessi e sugli altri, della sicurezza ad ogni costo, la logica artificiale dell’economia che pretende di accumulare tutte le informazioni e gestire le nostre vite. La logica del sogno infatti prevede tempi lunghi e maturazioni progressive, che preparano salti improvvisi e cambi inaspettati. Alla fin fine solo i sogni permettono all’uomo di vivere fino in fondo e di vincere le proprie paure.

In questo Natale facciamo qualcosa di non previsto: regaliamo agli altri non tanto delle cose comperate, ma la nostra attenzione e il nostro desiderio di comprenderli, di accoglierli nella nostra vita. Come Giuseppe che accoglie come suo un figlio non suo, prendiamo anche noi gli altri con noi, come se fossero nostri, anche quando ciò richiede una particolare pazienza…

E vedremo anche i nostri sogni realizzarsi in modo nuovo…

Per la preghiera contemplativa

il messaggio nel contesto

Questo brano del Vangelo di Matteo fa parte del racconto dell’infanzia, che arriva, attraverso scene in cui si alternano diversi personaggi. Il titolo di questa scena ci viene fornito fin dall’inizio: «La generazione di Gesù Cristo avvenne così (v. 18a)». Il termine «generazione» si ricollega al v. 16, dove l’albero genealogico di Gesù si conclude con Giuseppe, «lo sposo di Maria, dalla quale fu generato Gesù, chiamato Cristo» (v. 16).  Come mai non si dice che Giuseppe generò Gesù da Maria, come in tutti gli altri casi della genealogia? La risposta ci viene fornita subito dal narratore, che ci informa del fatto che Maria aveva un contratto di fidanzamento con Giuseppe e che dunque non era ancora andata a vivere con lui e che era stata trovata in cinta per opera dello Spirito Santo (v. 18b). Eppure Giuseppe non sa tutte queste cose e allora, notando la gravidanza di Maria, sta pensando il da farsi. Il suo travaglio interiore ci viene consegnato da un breve versetto (v. 19) in cui si sottolinea la giustizia di Giuseppe, che, pur volendo rispettare la legge che prevedeva il ripudio in casi di adulterio, vuole farlo di nascosto, probabilmente per non esporre Maria alla pubblica infamia e al pericolo di morte.

Solo l’intervento dell’angelo di Dio in sogno sblocca questo empasse. Egli chiarisce a Giuseppe ciò che il lettore sa già, cioè l’opera dello Spirito Santo in Maria, e fornisce alcune istruzioni, ossia prendere con sé Maria e dare il nome Gesù al bambino (vv. 20-21), inserendolo così nella propria genealogia.  L’eccezionalità di questa rivelazione emerge dal nome che l’angelo ordina a Giuseppe di dare a colui che nascerà: Gesù, che in ebraico è composto dalla radice “yehoshua” che vuol dire salvare e dal nome di Dio, cioè “Dio salva”. La spiegazione dell’angelo fa eco al significato del nome quando sottolinea che egli salverà il suo popolo dai suoi peccati (21b).  A questo punto il narratore collega il nome alla citazione biblica di Is 7,14: «Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio e lo chiameranno Emmanuele, che significa Dio con noi». In questo bambino si compiono le promesse profetiche, relative al messia davidico che porta un Regno universale sulla terra.

Giuseppe è certamente figlio di Davide (v. 20), così che l’identità di Gesù dal punto di vista umano è ben chiara. Giuseppe lo accoglie come figlio suo, gli da il nome ed egli appartiene alla stirpe di Davide. Ma d’altra parte egli è anche l’Emmanuele, il Dio con noi, il messia che porta Dio dentro la storia dell’uomo e rimane con gli uomini fino alla fine del mondo (cf. Mt 28,20). Per questo Dio è intervenuto direttamente e in modo straordinario, per opera dello Spirito Santo.

Giuseppe obbedisce alla parola dell’angelo e fa esattamente secondo le istruzioni ricevute in sogno (vv. 24-25). Giuseppe, chiamato all’inizio uomo giusto, si rivela alla fine giusto non solo in senso morale, ma molto più in senso spirituale, come colui che si fida di Dio e compie la sua Parola. Egli sa affrontare novità e imprevisti nella vita, affidandosi a Dio senza riserve. Si fida dei propri sogni e sente che attraverso di essi si compie un disegno più grande, di cui lui non è padrone. Sa quindi mettersi a servizio di un disegno non suo, attraverso un’umiltà capace di lottare per far crescere gli altri intorno a sé, senza rimanere attaccato alle sue pur legittime pretese di giustizia “maschile”. In lui risplende la vera paternità, capace di generare ed essere feconda.  Senza questa particolare giustizia di Giuseppe, che compie la Legge con l’amore, la rivelazione non si sarebbe potuta compiere.

  • Qual è il contesto spazio-temporale del racconto.  Siamo al tempo di Giuseppe, al termine di tutta la catena di generazioni che partono da Abramo. Gesù nasce dentro una precisa genealogia umana. Se Dio entra in una storia particolare, ciò significa che può farlo anche con la mia storia, familiare e personale. Provo a riflettere su questo aspetto.
  • Chi sono i personaggi e cosa fanno.  Maria, promessa sposa di Giuseppe, si trova incinta per opera dello Spirito Santo. Mi pongo di fronte a questo intervento unico e straordinario di Dio nella storia dell’umanità, percepisco riverenza e stupore? Giuseppe era un uomo giusto. La giustizia di Giuseppe è sostanziale e va oltre la mera applicazione della Legge. Mentre stava considerando queste cose. Quali pensieri e considerazioni di Giuseppe e quali le mie in questo tempo. Gli apparve in sogno un angelo del Signore: Dio interviene sempre nella mia storia attraverso desideri e sogni e mi accompagna: quali segni e quali sogni nella mia vita. Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore. Quale obbedienza
  • Cosa dicono i personaggi. La parola dell’angelo è non temere: sento l’intervento incoraggiante di Dio nella mia vita. Gesù salverà il suo popolo dai suoi peccati.  Considero quanto la mia speranza sia agganciata a quella degli altri, a quella di un popolo intero.
  • Quale rivelazione. Si compie qui la Parola di Dio del profeta Isaia, per cui la vergine concepisce e dà alla luce il figlio, l’Emmanuele. La speranza di tutto il Popolo si è compiuta.
  • PREGHIERA PERSONALE
  • Leggo il brano del Vangelo, almeno due volte, con attenzione.
  • Entro nel contesto del racconto, nel suo spazio e tempo particolari: siamo in un luogo affollato, dove Gesù predica e fa miracoli.
  • Chiedo una graziaciò che desidero da questo momento di preghiera, ad esempio di fare un’esperienza profonda e intima di Gesù, del Padre e del loro amore per me.
  • Cerco di avvicinarmi ai personaggi in gioco: Maria, Giuseppe, l’angelo in sogno.
  • Contemplo cosa dicono e fanno i personaggi e ne ricavo un frutto.
  • Cerco di raccogliere tutto ciò che ho contemplato, a partire da ciò che provo in me: come mi ha toccato quello che comprendo? Quale sentimento mi suscita?
  • Dialogo con Gesù e con il Padre, lasciandomi trasportare, nel chiedere, nel ringraziare, nel lodare, nel contemplare, a seconda di ciò che sento.
  • Concludo la preghiera con un Padre Nostro e saluto il Signore con un gesto di riverenza.

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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