Aprirsi alla vita, la storia di Helen

Anche i migliori fanno l’esperienza di uno scontro difficile e faticoso con la realtà del mondo. Prima o poi infatti anche le più belle intenzioni e i progetti più meditati sembrano confliggere con le resistenze che la realtà e il sistema di potere attiva nei confronti di ogni idealità. 

In questa esperienza, che è caratterizza spesso la maturità di ciascuno di noi, anche Giovanni il Battista si è trovato, quando è stato incarcerato da Erode. Nel buio della sua cella non solo soffriva la privazione della libertà, ma era anche roso dal dubbio dell’inutilità della sua missione di preparazione delle strade di Dio attraverso il battesimo. 

Se davvero lui era stato mandato a preparare la strada, dove era il Regno di Dio? Anche Gesù di Nazareth, che egli aveva conosciuto e battezzato, sembrava comportarsi in modo assai diverso da come poteva avere immaginato. Nessun movimento verso Gerusalemme e nessuna possibilità, almeno in apparenza, di costruire un sistema di potere nuovo, alternativo a quello Romano, nessuna trasformazione reale all’orizzonte. 

Il dubbio è legittimo: sei tu quello che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro? Sei tu il messia oppure no? È la domanda ebraica per eccellenza: di fronte ad un mondo in cui guerre, carestie, epidemie, sconvolgimenti di ogni tipo attraversano la storia, come si fa a sostenere che il messia è già venuto? Non vi è traccia concreta del Regno di Dio in questa storia…

Gesù non risponde direttamente a questa domanda degli inviati di Giovanni il Battista, ma utilizza un versetto del profeta Isaia, che abbiamo ascoltato anche come prima lettura, in cui si dice che: ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!»

I segni di cui Gesù parla, e che Isaia aveva profetizzato, come segni di salvezza messianica, sono centrati sulla persona umana e simbolicamente indicano un’apertura alla vita, alla relazione, all’amore, e una sconfitta di tutte le forze di male e di morte, che riducono l’umano e lo umiliano profondamente. Tutte queste forze di morte, ci dice la profezia ripresa da Gesù, non sono l’ultima parola sull’uomo: c’è una possibilità di trasformazione profonda, spirituale, in grado di valorizzare l’umano in ogni sua situazione, in grado di costruirlo spiritualmente e aprirlo a tutte le potenzialità dell’amore. 

Mi viene in mente, come caso estremo, Helen Keller, la quale affermava che noi umani ci differenziamo non per i nostri sensi, ma per l’uso che ne facciamo, nell’immaginazione e nel coraggio con cui cerchiamo la conoscenza al di là dei nostri sensi. Helen Keller, politica ed attivista per i diritti delle donne e per la pace, era sordocieca. Solo l’amore di Anne Sullivan, la sua educatrice, riesce ad aprirla alla vita e a permetterle di trovare nuovi modi per comunicare e parlare, e infine scrivere, fino a laurearsi e a partecipare attivamente alla vita politica statunitense. 

L’amore e la dedizione di questa donna è stata quella Parola che ha permesso ad Helen di aprirsi alla vita. 

Così fa il messia Gesù di Nazareth, apre con la sua parola il nostro cuore alla vita, e alla vita vera. Apparentemente nulla è cambiato. In realtà tutto è cambiato, perché si è aperto il nostro cuore, dentro a ciò che stiamo vivendo, facile o difficile che sia. 

Anche oggi possiamo fare questa esperienza, in particolare grazie ad una Parola che ci fa camminare, che ogni giorno possiamo leggere e meditare, per farla scendere nel nostro cuore, e permetterle di cambiarlo, trasformarlo, accendere i nostri sensi spirituali, quelli che ci aprono all’amore, alla vita, alla speranza. Qualunque sia la nostra situazione di partenza, la Parola entra in noi e suscita ancora oggi gli effetti messianici nella nostra vita: apre gli occhi e le orecchie, ci permette di vedere e sentire in profondità. Possiamo così gustare la densità della nostra esistenza e godere della bellezza spesso paradossale con cui Dio la ricama, facendoci fare passi in avanti, anche se un po’ nell’oscurità e a volte nella fatica. Apriamo il vangelo un po’ ogni giorno, per prepararci a questo Natale, aprendo occhi e orecchie al dono della vita! 

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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