Pregare con il vangelo della Domenica

Mt 24,37-44 (I Avvento)

La parusìa del figlio dell’uomo

Il messaggio nel contesto

Questo discorso di Gesù che leggiamo nella prima domenica di Avvento è parte di un più ampio contesto, in cui Gesù risponde alla domanda dei discepoli: «dicci quando accadranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo (Mt 24,3b)».  Il cuore del messaggio di Gesù è l’attesa della sua venuta, la “parusìa”.  Egli è il risorto e nel tempo della storia è colui che guida il diffondersi del vangelo fino ai confini del mondo (24,14) mentre si diffondono segnali di distruzione (guerre, carestie e terremoti) ma che non sono ancora segno della fine (cfr. vv. 6-8). L’ora della fine è infatti sconosciuta (v. 36). Si tratta di qualcosa di improvviso, di cui gli uomini non si rendono conto, immersi come sono nei loro affari quotidiani, esattamente come era accaduto per la generazione di Noè (v. 37).  In superficie tutto sembra scorrere secondo l’ordinarietà più tranquilla: la vita continua attraverso le routine quotidiane del mangiare e bere e la formazione di nuove famiglie (v. 38). L’apparenza di una vita che continua nella sua autonomia sembra costituire una buona motivazione per non porsi troppe domande sul senso delle cose e su Dio.  Tuttavia il giudizio è già in atto, un giudizio che riguarda le azioni degli uomini e il loro orientamento al vero e al bene e che improvvisamente viene manifestato attraverso il diluvio (cfr. 1Ts 5,1-11). Perchè il diluvio? Perché solo la distruzione di ciò in cui l’uomo confida gli consente di rendersi conto che la verità della sua esistenza non risiede in sé stesso e nella superfice della sua esistenza, ma in Dio (vv.40-42). Vegliare (v.42) significa mantenere costantemente questa consapevolezza, che l’esistente è provvisorio. Poiché l’ora della venuta del figlio dell’uomo è sconosciuta, si deve vivere nella costante attesa del suo ritorno (v. 44). Se per coloro che non l’aspettano il figlio dell’uomo viene come un ladro, nella prospettiva del giudizio (v. 43, cf. Ap 3,3), invece per coloro che l’aspettano l’incontro sarà fonte di gioia e di pace (cf. Ap 3,20).  Solo l’amore regge tutta la storia e rimane stabile nella trasformazione del cosmo e di tutti gli elementi.

  • Qual è il contesto spazio-temporale del racconto

Siamo nel tempio di Gerusalemme, luogo simbolo del culto e della storia di Israele. L’intero discorso di Gesù ruota intorno a questo simbolo e alla sua comprensione. La distruzione del tempio prevista da Gesù indica più in generale il venir meno dei punti fermi in cui l’umanità confida.  Quali i punti fermi illusori sono quelli in cui oggi confidiamo?

  • Quale rivelazione? 

– Non se ne resero conto finchè non venne il diluvio: la nostra generazione vive come ai tempi di Noè: fa tutto quello che riguarda la vita (bere, mangiare, prendere moglie e marito) senza rendersi conto del tempo in cui vive. Quale visione ho della vita? Sono unicamente occupato da ciò che mio riguarda giorno per giorno o riesco ad avere uno sguardo più ampio?

-Vegliate perché non sapete né il giorno né l’ora: cosa significa per me vegliare? Penso di avere in mano il mio destino o mi lascio coinvolgere da un disegno più grande che è quello di Dio?

-il ladro viene: il figlio dell’uomo, che è Gesù, viene per me come un ladro o come un ospite atteso?

  • Per la preghiera personale
  • Invoco lo Spirito Santo (con un canto o con la Sequenza o con un’invocazione più libera) Ad esempio: Vieni Santo Spirito, entra in me, con la tua luce, con il soffio della tua vita, aiutami a sentire il Tuo Amore, la Tua Pace e ad aprire il mio cuore a quella Parola che oggi custodisci per me, in modo che ogni mio pensiero e ogni mia azione abbiano da te il loro inizio e in te e per te il loro compimento.
  • Leggo il brano del Vangelo, almeno due volte, con attenzione.
  • Entro nel contesto del racconto, nel suo spazio e tempo particolari:.
  • Chiedo una graziaciò che desidero da questo momento di preghiera, ad esempio di fare un’esperienza profonda e intima di Gesù, del Padre e del loro amore per me.
  • Cerco di comprendere maggiormente il significato del testo in sé stesso, con l’aiuto del breve commento precedente.
  • Cerco di comprendere cosa dice il testo a me, alla mia vita oggi.
  • Cerco di raccogliere tutto ciò che ho meditato sin qui, a partire da ciò che provo in me: come mi ha toccato quello che comprendo? Quale sentimento mi suscita?
  • Dialogo con Gesù e con il Padre, lasciandomi trasportare, nel chiedere, nel ringraziare, nel lodare, nel contemplare, a seconda di ciò che sento.
  • Concludo la preghiera con un Padre Nostro e saluto il Signore con un gesto di riverenza.

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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