
La resurrezione
Il messaggio nel contesto
I sadducei, che sono famiglie di sacerdoti che amministrano il Tempio di Gerusalemme, interrogano Gesù, probabilmente per metterlo alla prova, su una questione dibattuta tra gli ebrei dell’epoca di Gesù: la resurrezione. Secondo i sadducei, che interpretano la legge di Mosè alla lettera, non c’è resurrezione dai morti, invece secondo i farisei e i loro scribi le Scritture attestano la resurrezione finale. Questi sadducei prendono spunto dalla legge del levirato (cfr. Dt 5,5-10 e Gn 38,8; Rt 3,9; 4,12), che obbliga un uomo a sposare la moglie di suo fratello morto senza figli, in modo da dargli una discendenza, portando all’estremo conseguenze il caso, per mettere in dubbio una vita nell’aldilà. Infatti se tutti i mariti muoiono senza aver dato figli, a chi apparterrà la loro moglie nell’aldilà? La risposta di Gesù mette in crisi la visione materialistica che questi sadducei hanno dell’aldilà. Egli arriva ad affermare che chi avrà parte alla resurrezione non ha più bisogno di sposarsi, perché non vi sarà più attività sessuale (v. 35-36). Se la legge del levirato mostra il desiderio di eternità insito nell’uomo attraverso la generazione carnale, Gesù ne indica il compimento nella resurrezione dei morti. Non sarà più necessario avere figli, perché saremo tutti figli di Dio, in comunione con il Figlio per eccellenza, Gesù Cristo, morto e risorto secondo le Scritture (cfr. 1 Cor 15,3-4). Gesù trova anche una conferma di questa riflessione nella Scrittura del Pentateuco, considerata ispirata anche dai Sadducei. Egli si rifà a Es 3,6, in cui Dio si autoproclama come il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Se Dio ha fatto Alleanza con degli uomini fino al punto che egli si autodefinisce in rapporto a loro, allora questa Alleanza non può che essere eterna, insieme con i suoi beneficiari. Chi è il Dio che si rivela nella Bibbia? È il Dio-con-noi, l’Emmanuele (cf. Is 7,14), colui che vive per noi e con noi, così che anche noi possiamo vivere per lui (v. 38). Cosa significa vivere per lui? Significa vivere grazie a lui e al dono della vita che gli appartiene per definizione, significa vivere per amare Lui, donandogli a nostra volta tutto ciò che siamo.
La conferma delle parole di Gesù da parte degli scribi lascia intuire che proprio Lui, la sua persona e il mistero della Sua resurrezione sono il criterio interpretativo più adeguato per comprendere le Scritture dell’Antico Testamento (cf. v. 39; cf. 24,27).
- Qual è il contesto spazio-temporale del racconto
Gesù è entrato a Gerusalemme e si trova nel tempio a istruire il popolo ed annunciare il Vangelo (cf. 20,1). Qui scribi e capi dei sacerdoti discutono con lui. Nel dibattito che sta per accadere gli interlocutori sono i sadducei, una corrente di ebrei da cui vengono normalmente nominati i sommi sacerdoti, fortemente collusa col potere romano. Sono coloro che determineranno la condanna a morte di Gesù. La loro chiusura alla potenza delle Scritture di Israele, al messaggio della resurrezione, è una chiusura mortifera.
- Chi sono i personaggi del racconto proposto dai sadducei e cosa fanno
una donna che ha per mariti sette fratelli e uno dopo l’altro essi la lasciano senza figli. Alla resurrezione di chi sarà moglie? Immagino le mie relazioni affettive e familiari di oggi e come le vivo, con quale libertà interiore.
- Come risponde Gesù
Coloro che sono giudicati degni del tempo futuro e della resurrezione non prendono moglie né marito e sono figli di Dio . Mi posso chiedere come vivo le relazioni affettive e familiari in rapporto a Dio. Dio non è il Dio dei morti ma dei viventi: posso interrogarmi sulla mia immagine di Dio e se lo considero un Dio della vita o non piuttosto un Dio padrone di cui avere timore. Se tutti vivono per lui, ciò significa che per lui avere la vita in se stesso significa donarla.
- Quale rivelazione?
Gesù morto e risorto rivela la destinazione e l’identità ultima dell’uomo, diventare figlio di Dio e vivere per sempre in Dio. A fronte delle chiusure razionalistiche di tanta cultura di oggi, come aprire il mio cuore ad un messaggio non scontato e ancora oggi, dopo 2000 anni di cristianesimo, rivoluzionario.
Per la preghiera personale
- Invoco lo Spirito Santo (con un canto o con la Sequenza o con un’invocazione più libera) Ad esempio: Vieni Santo Spirito, entra in me, con la tua luce, con il soffio della tua vita, aiutami a sentire il Tuo Amore, la Tua Pace e ad aprire il mio cuore a quella Parola che oggi custodisci per me, in modo che ogni mio pensiero e ogni mia azione abbiano da te il loro inizio e in te e per te il loro compimento.
- Leggo il brano del Vangelo, almeno due volte, con attenzione.
- Entro nel contesto del racconto, nel suo spazio e tempo particolari: il Tempio.
- Chiedo una grazia, ciò che desidero da questo momento di preghiera, ad esempio di fare un’esperienza profonda e intima di Gesù, del Padre e del loro amore per me.
- Cerco di comprendere maggiormente il significato del testo in sé stesso, con l’aiuto del breve commento precedente.
- Cerco di comprendere cosa dice il testo a me, alla mia vita oggi.
- Cerco di raccogliere tutto ciò che ho meditato sin qui, a partire da ciò che provo in me: come mi ha toccato quello che comprendo? Quale sentimento mi suscita?
- Dialogo con Gesù e con il Padre, lasciandomi trasportare, nel chiedere, nel ringraziare, nel lodare, nel contemplare, a seconda di ciò che sento.
- Concludo la preghiera con un Padre Nostro e saluto il Signore con un gesto di riverenza.
Per la preghiera personale
- Invoco lo Spirito Santo (con un canto o con la Sequenza o con un’invocazione più libera) Ad esempio: Vieni Santo Spirito, entra in me, con la tua luce, con il soffio della tua vita, aiutami a sentire il Tuo Amore, la Tua Pace e ad aprire il mio cuore a quella Parola che oggi custodisci per me, in modo che ogni mio pensiero e ogni mia azione abbiano da te il loro inizio e in te e per te il loro compimento.
- Leggo il brano del Vangelo, almeno due volte, con attenzione.
- Entro nel contesto del racconto, nel suo spazio e tempo particolari: il Tempio.
- Chiedo una grazia, ciò che desidero da questo momento di preghiera, ad esempio di fare un’esperienza profonda e intima di Gesù, del Padre e del loro amore per me.
- Cerco di comprendere maggiormente il significato del testo in sé stesso, con l’aiuto del breve commento precedente.
- Cerco di comprendere cosa dice il testo a me, alla mia vita oggi.
- Cerco di raccogliere tutto ciò che ho meditato sin qui, a partire da ciò che provo in me: come mi ha toccato quello che comprendo? Quale sentimento mi suscita?
- Dialogo con Gesù e con il Padre, lasciandomi trasportare, nel chiedere, nel ringraziare, nel lodare, nel contemplare, a seconda di ciò che sento.
- Concludo la preghiera con un Padre Nostro e saluto il Signore con un gesto di riverenza.
