
Gesù compare ai suoi mentre sono insieme a tavola. Nella comunità cristiana, radunata insieme in un esercizio di fraternità e condivisione, il Signore si fa vivo con la sua parola autorevole, che li invia alla missione. L’ accento di questo passo è posto sull’annuncio del Vangelo ad ogni creatura, ossia non solo ad ogni uomo – sarebbe troppo poco – ma addirittura ad ogni realtà creata, a tutta la creazione. Il Vangelo contiene infatti una forza di riplasmazione del mondo in vista di una creazione nuova, globalmente restaurata dalla potenza distruttrice del male, radicalmente guarita da ciò che può nuocere il corpo e lo spirito. Non a caso i segni che accompagnano l’annuncio sono tutti orientati alla guarigione e all’annientamento del male: la vittoria contro i demoni, la possibilità di prendere in mano i serpenti, la difesa contro i veleni e l’imposizione delle mani sugli ammalati. Come già Isaia, che vedeva nel Regno futuro la possibilità di un bambino di giocare nella buca del serpente, così qui Marco ci presenta la potenza della resurrezione con segni di una rinnovata armonia nella creazione, che mostrano una guarigione totale ad opera della vita. Marco ci sta dicendo che l’ Ascensione di Gesù, il suo corpo di uomo nella gloria del Padre, non è qualcosa che riguarda solo lui nel rapporto con il Padre, dal momento che la sua Umanità glorificata orienta la Storia con segni di bene, di amore e di guarigione profonda. Anche nelle nostre comunità cristiane possiamo sempre e nuovamente renderci consapevoli dei segni di guarigione che ogni giorno accompagnano e confermano la Parola. Un buon esercizio di alleanza, per ricordare insieme questi segni nella nostra vita, può aiutarci a non spegnere lo Spirito rimanendo con lo sguardo fisso ad un passato che non ritornerà. Se la nostra vita non tornerà uguale a quella di prima del Covid 19, ciò significa che potrà essere solo migliore, nella comunione con colui che è risorto e salito al Padre.
Mi metto in una posizione comoda per la preghiera, che mi aiuta ad entrare in contatto con il Signore
Chiedo che ogni mia intenzione, azione e tutta la mia attività nella preghiera abbia da Lui il suo inizio e in Lui il suo compimento. Leggo una prima volta il Vangelo: Mc 16,14-20. Mi pongo nel luogo interiore che preferisco, per sentire la presenza di Gesù, la sua umanità che mi dona gioia e vita. Poi gli chiedo di essere sempre più in comunione con la potenza di vita che scaturisce dalla sua resurrezione.
(MEMORIA) Rileggo più volte il brano di Vangelo, cercando di sostare su quelle frasi, espressioni, parole che toccano le corde più profonde della mia interiorità. Esse nel loro complesso costituiscono una Parola che Dio oggi mi rivolge personalmente.
(INTELLIGENZA) Cerco di comprendere il significato di questa Parola nella mia vita, utilizzando paragoni con il mio vissuto quotidiano e cercando di gettare qualche luce sul mio presente e prossimo futuro.
(VOLONTÀ) Oriento tutto il mio cuore a ciò verso cui mi porta la Parola e entro in una preghiera di supplica, ringraziamento, lode, a seconda di ciò che sento.
