
Photo by Oleg Magni on Pexels.com
Gesù risorto si fa presente in mezzo ai suoi discepoli, che provano turbamento, paura e incredulità. Pensano di vedere un fantasma. Nascono subito dubbi nel loro cuore, perché l’impatto della morte di Gesù è stato talmente forte da dominare tutti i loro pensieri, così come accade ordinariamente per ogni lutto di una persona cara. Questi dubbi e queste paure sembrano così determinanti da negare di fatto la realtà della resurrezione. Così accade anche a noi, quando i nostri dubbi e paure ci chiudono in noi stessi, al punto che non riusciamo più a vedere il bene, l’amore, la vita che ogni giorno risorgono con possibilità nuove intorno a noi. Come Gesù risorto affronta questa situazione dei discepoli? Nell’unico modo a lui possibile, ossia parlando e mangiando con naturalezza in mezzo a loro e invitandoli ad osservare i segni della passione nel suo corpo, per riconoscerlo come Gesù di Nazareth, proprio lui che era morto in croce e non come un fantasma. Il Signore risorto li riporta alla realtà della vita, allo spessore della storia, alla concretezza del quotidiano, dove l’amore e l’essere pulsano in una direzione sempre nuova e sorprendente, capace di rigenerarsi dopo ogni fallimento. Lì egli, con il suo corpo risorto, si rivela a loro e a ciascuno di noi, mostrando nel rinnovato annuncio e testimonianza il compimento di quella Parola che Dio ha pronunciato nelle parole di Mosè, dei profeti e dei Salmi. Il compimento della Scrittura avviene nell’onda travolgente della testimonianza, che comincia da Gerusalemme, ossia dalla passione e dalla sconfitta, per emergere con la forza dell’amore, vincendo ogni dubbio e paura residui.
Mi metto in una posizione comoda per la preghiera, che mi aiuta ad entrare in contatto con il Signore
Chiedo che ogni mia intenzione, azione e tutta la mia attività nella preghiera abbia da Lui il suo inizio e in Lui il suo compimento. Leggo una prima volta il Vangelo: Lc 24,35-48. Mi pongo nel luogo interiore che preferisco, per sentire la presenza di Gesù, la sua umanità che mi dona gioia e vita. Poi gli chiedo di essere sempre più in comunione con la potenza di vita che scaturisce dalla sua resurrezione.
(MEMORIA) Rileggo più volte il brano di Vangelo, cercando di sostare su quelle frasi, espressioni, parole che toccano le corde più profonde della mia interiorità. Esse nel loro complesso costituiscono una Parola che Dio oggi mi rivolge personalmente.
(INTELLIGENZA) Cerco di comprendere il significato di questa Parola nella mia vita, utilizzando paragoni con il mio vissuto quotidiano e cercando di gettare qualche luce sul mio presente e prossimo futuro.
(VOLONTÀ) Oriento tutto il mio cuore a ciò verso cui mi porta la Parola e entro in una preghiera di supplica, ringraziamento, lode, a seconda di ciò che sento.
