Carissimi amici di san Lorenzo

 

 

Carissimi amici della parrocchia di San Lorenzo,

 

sta correndo rapido questo tempo di cambiamento estivo e presto, verso i primi di ottobre, sarò in partenza da Riccione per entrare nel Noviziato della Compagnia di Gesù.

Tanti di voi mi hanno ascoltato e hanno offerto i loro pareri, punti di vista, insieme ad auguri e preghiere condivise. Da tutti ho ricevuto ringraziamenti e l’impressione generale di un bilancio ricco e positivo per gli anni trascorsi qui in parrocchia, insieme alla naturale tristezza per l’imminente separazione.

Da nessuno di voi ho ricevuto un messaggio negativo e di sconforto per il futuro della parrocchia, nonostante la certezza che non vi sarà alcuna sostituzione nel ruolo di vicario parrocchiale. Anzi, la prospettiva di una mancanza ha portato molti di voi, dopo un momento iniziale di domande e di disorientamento, a sentirsi più corresponsabili e a mettersi in movimento per servire la comunità parrocchiale. Ci sono state ben due assemblee e sei gruppi di lavoro, che hanno fatto un buon discernimento per il futuro, sia nelle linee generali che nelle scelte particolari. È stata avviata anche una promettente collaborazione con l’unità pastorale Albamater, in vista di una maggiore integrazione pastorale tra le parrocchie, iniziando dalla formazione degli adulti e degli educatori e dalla pastorale giovanile. Ci si è interrogati sulla formazione alla fede e sull’importanza di una comunità di famiglie che crescono aiutando altre più giovani a crescere nella fede.

In questo fermento, sicuramente generato e accompagnato dalla grazia di Dio, traspare qualcosa della Chiesa che sta emergendo e che si manifesterà pienamente nel futuro: una Chiesa in cui la responsabilità dei battezzati sia pienamente riconosciuta, attraverso carismi e ministeri che non agiscono per delega del ministro ordinato, ma hanno piena dignità di servizio e di discernimento, in comunione con i diaconi e i preti. Una Chiesa che ha al cuore la Parola di Dio, vissuta, condivisa e annunciata e che è costantemente inviata ai piccoli e poveri che incontra, siano esse famiglie, anziani, adulti, adolescenti, bambini. Una Chiesa in cui il prete non è il centro o il factotum, ma un punto di riferimento la cui autorevolezza si gioca nel dare libertà, favorire la responsabilità e accrescere la comunione e il fervore missionario.

Vedo questa Chiesa che emerge, pur con gli inevitabili limiti umani, nella comunità parrocchiale di San Lorenzo e oso affermare di avere molta fiducia nel suo cammino futuro insieme all’unità pastorale Albamater e alle altre parrocchie di Riccione.

Vorrei concludere questo saluto con un breve riferimento più personale. Nel 2012, terminando gli studi a Roma, avevo già iniziato un discernimento per la Compagnia di Gesù, che però si era risolto con la decisione di rientrare in Diocesi e chiedere al vescovo la nomina di vicario parrocchiale di San Lorenzo, comunità che già conoscevo per averla servita nei finesettimana, in compagnia del parroco don Tarcisio. Quelle intuizioni ignaziane che già c’erano nel mio cuore non avevano ancora sufficiente chiarezza e sentivo l’importanza di far esperienza come prete in parrocchia. Pensavo anche di essere in debito con la Diocesi, perché per otto anni, sei di seminario e due di Licenza al Pontificio Istituto Biblico, ero stato sostenuto e formato per la Chiesa di Rimini. Come Giacobbe con lo zio Labano, pensavo di dover ripagare il debito. Ma il Signore aveva altri pensieri. Non si trattava di restituire un debito, ma di ricevere tanto altro. Ho ricevuto sostegno, collaborazione, affetto, amicizia e i vostri desideri hanno plasmato la mia personalità di prete. Leggendo la storia di questa comunità attraverso lo specchio della Parola di Dio, ogni domenica nell’omelia mi sono ritrovato arricchito dai desideri di Dio per voi. Condividendo la Parola nei gruppi di preghiera, mi sono sentito sostenuto dalla vostra fede. Accompagnando gli adolescenti nella loro crescita, ho percepito la passione educativa di tanti di voi e ne sono stato edificato. Vivendo accanto ai giovani, ho goduto della loro bellezza e vivacità e sono stato arricchito dai loro cammini. Tutti voi mi avete insegnato cosa significa essere prete e vi ringrazio. Ho tanto amato questa comunità parrocchiale e ciascuno di voi. Mi sono speso generosamente e senza timore di spendere energie. Anche i miei limiti sono stati occasione di crescita nell’umiltà e nella semplicità del servizio. Se in qualche caso posso aver ferito o offeso qualcuno chiedo scusa. Quello che vi ho dato in questi anni non è però la mia persona, ma solo Gesù. Tenete Lui! Lui e solo Lui in tutte le eucarestie celebrate, in tutte le omelie, nella Parola di Dio condivisa, in tutte le esperienze, io ho voluto darvi soltanto Lui. E Lui rimarrà sempre, tra me e voi, come una Parola fissata da sempre e per sempre nell’amore.

 

Alla fine di ogni anno, nel colloquio con il Vescovo, don Francesco mi chiedeva se per me andasse bene a San Lorenzo. Probabilmente sarebbe stato pronto a cambiarmi destinazione, se avessi lasciato trapelare qualche difficoltà: si sa che i vicari parrocchiali si possono spostare più facilmente. Ma siccome vedeva che ero contento, penso che si sia convinto che era meglio non cambiare. Altrimenti, se mi fossi trovato peggio, mi sarebbero potute tornare strane idee…per questo motivo forse sono rimasto un po’ di anni a San Lorenzo.

Alla fine sono diventati otto gli anni vissuti come vicario parrocchiale, uno per ogni anno di formazione sostenuta dalla Diocesi: così, senza volerlo, ho ripagato il debito.

Ringrazio quindi tutti voi, e con voi ringrazio i parroci, don Tarcisio prima e poi don Agostino, con cui ho sperimentato una fruttuosa collaborazione e amicizia e ho potuto apprezzare quanto, al di là del cognome in comune, il Signore si diverta a non creare un fratello uguale all’altro. Ringrazio anche i preti con cui ho collaborato in questi anni, in vari aspetti, e sono tanti. Ho capito che lavorare insieme, sperimentarsi insieme, mettersi in gioco con gli altri, è il segreto del Regno di Dio e permette di crescere come persone e come preti. Altrimenti si rimane statici e alla fine ci si annoia. Uno violino può suonare divinamente, ma se è solo finisce per stancare, invece nell’orchestra può armonizzarsi con altri suoni e contribuire ad una sinfonia che dura molto di più, con tante variazioni. Ringrazio tutti i preti che si sono avvicendati negli ultimi anni a Riccione e, in particolare, don Franco, don Marco e don Valerio, per essersi messi in gioco con San Lorenzo, soprattutto in questo ultimo tratto di strada. Mi mancheranno anche i nostri pranzi insieme e i nostri momenti di dialogo e condivisione. Ringrazio i diaconi, Raul, Paolo e Lino: mi mancheranno le colazioni con l’immancabile dettatura della preghiera dei fedeli. Ringrazio il Vescovo Francesco, per l’attenzione umana che mi ha sempre riservato e per essersi messo in ascolto del Signore, per il mio cammino e per quello di ciascuno dei suoi preti. Lo ringrazio anche della stima che ha sempre riposto in me e degli incarichi e collaborazioni diocesane a me affidate.

Ringrazio tutti voi, educatori, catechisti, ministri, famiglie, amici, con cui abbiamo condiviso tante esperienze e momenti insieme.

È stato bello e proprio per questo non finirà. Ciò che è seminato nello Spirito, come dice San Paolo, non può che portare frutto.

 

Un abbraccio a tutti e buona festa di San Lorenzo!

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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