Gesù sta in mezzo

 

 

Quando chiudi tutte le porte, pensi di essere al sicuro, perché nessuno può più passare ed entrare in casa tua. Meglio anche se hai una serratura professionale. Così hanno fatto i discepoli, dopo la morte del loro maestro: si sono asserragliati in casa, per paura di fare loro stessi la fine del maestro, venendo accusati dai capi giudei di averlo seguito.

È in questo contesto così poco gratificante per un gruppo di uomini che aveva sognato di seguire il proprio maestro fino a dare la vita per lui, che Gesù si presenta “stando in mezzo” come dice il Vangelo di Giovanni. L’espressione “stare” si riferisce ad una postura in piedi, da persona vivente, risorta. L’espressione “in mezzo” dice il fatto che Gesù, senza passare per le porte, senza entrare nella sala, senza rompere l’unità del cerchio di persone, probabilmente sedute, si presenta come colui che è in mezzo. Lui c’era già da prima, anche se loro non potevano vederlo: semplicemente ora si manifesta, offrendo un segno chiaro e un dono preciso che permette loro di fare esperienza della sua resurrezione.

Il modo con cui Gesù si presenta, stando in mezzo, dice qualcosa della stessa realtà di risorto: egli è ormai salito al Padre e dunque può godere della sua presenza escatologica, cioè in grado di oltrepassare il nostro normale modo di vivere lo spazio e il tempo. Egli è presente sempre e in ogni luogo e può manifestarsi ai suoi discepoli, in mezzo a loro, con la massima libertà immaginabile.

Questo significa che la sua umanità di risorto è anche in grado di presentarsi all’improvviso, senza nostra collaborazione, anche in mezzo al nostro cuore. Gesù è in mezzo alle nostre paure e ai nostri pensieri. Mentre noi ci chiudiamo in noi stessi, per via delle paure, delle ferite, delle ansie, lui solo può entrare e uscire dal nostro cuore con la massima libertà, come creatore e signore, per donarci quella consolazione, quella pace, che ci spingono finalmente ad aprirci alla vita.

Gesù sta in mezzo anche alle nostre relazioni, familiari, amicali, affettive, che in questo momento sono messe alla prova, o perché siamo troppo distanti o perché siamo troppo vicini. Siamo troppo distanti dai nostri amici, dalle persone care, da chi vorremmo oggi abbracciare o anche solo rivedere, condividendo una passeggiata, prendendo un caffè. Ciononostante possiamo sperimentare una vicinanza diversa, più interiore, più spirituale, più vera, perché Gesù è in mezzo a noi.  Siamo invece troppo vicini in famiglia, con chi amiamo ma spesso facciamo fatica a sopportare, nei suoi limiti e nelle sue esigenze. Quanto spesso perdiamo la pazienza, il controllo, e capita di dire cose di cui poi ci si pente, coi figli, coi genitori, tra coniugi! In mezzo a tutto questo poi domina la paura: quando finirà tutto questo? Ce la faremo? Come ne usciremo? Proprio mentre siamo presi da queste fatiche, da queste domande e da queste paure, Gesù viene e sta in mezzo a noi, per dirci: “pace a voi”! Lui solo può davvero darci la pace: apriamogli il cuore senza paura, preghiamolo come mai abbiamo fatto finora, per sentire la potenza della sua consolazione pasquale, che è il dono della resurrezione, nel modo in cui essa si manifesta nella nostra vita.

Gesù sta in mezzo alle piaghe che ci fanno soffrire e ci mostra le sue piaghe. Egli infatti mostra ai suoi discepoli i segni sulle mani e sul costato, che da ferite di chiodi e di lancia son diventate feritoie d’amore. I discepoli lo riconoscono e sono pieni di gioia. Così anche le nostre piaghe e fragilità si trasformano nelle sue e lasciano uscire il profumo della pace, della consolazione, il dono della vita. Insieme a questo lui ci dona un altro sguardo, più alto, più vero, più completo, sulla nostra vita. Uno sguardo rappacificato, con noi stessi e con gli altri.

Così anche noi, come i discepoli, vedendo le sue piaghe e riconoscendo come guarisce le nostre, siamo in grado di riconoscerlo. Come Tommaso, anche noi non abbiamo più bisogno di toccare, perché siamo stati toccati dalla potenza dello Spirito, nel più profondo del nostro cuore. Ci sentiamo troppo lontani dagli altri, sentiamo la mancanza del tocco, della vicinanza fisica? Avviciniamoci al centro della nostra vita, lasciandoci toccare da lui. Come i punti del cerchio che, se si avvicinano al centro, si avvicinano tra loro, così anche noi non ci sentiremo più soli.

 

 

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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