Gesù è un rivoluzionario, non in senso politico o militare, ma nel senso più radicale del termine, perché sovverte le ideologie, ossia l’utilizzo dei saperi, scientifici, sociologici, teologici ecc. per mantenere il potere e apre una possibilità di conoscenza e di libertà anche a chi non necessariamente sia detentore di particolari poteri.
Nel racconto evangelico di oggi c’è infatti un itinerario che ribalta completamente le aspettative umane: l’uomo cieco, che per la sua condizione umana è una persona socialmente marginale, alla fine ci vede non solo fisicamente ma spiritualmente cioè diventa un uomo libero di camminare nella luce; invece coloro che credono di vedere, ossia i farisei che gestiscono il potere della scienza esegetica, alla fine diventano ciechi, schiavi delle tenebre, intrappolati nella loro ideologia, funzionale al potere.
Questo itinerario è caratterizzato da un riconoscimento progressivo che l’uomo cieco attua e che, se vogliamo, è lo stesso nostro itinerario della Quaresima, che ci conduce a riconoscere la luce della Pasqua, della resurrezione. In fondo è anche l’itinerario della vita. Esso ha un punto di partenza inequivocabile, senza il quale il processo non potrebbe innescarsi: si tratta del primo incontro con Gesù e del dono assolutamente non richiesto che lui gli fa: la guarigione fisica.
Questo ci porta a considerare come anche il nostro itinerario parte da qualche dono immeritato, perlopiù non richiesto, tantomeno dovuto. Ci vuole un po’ di umiltà per riconoscerlo e comprenderne la provenienza: ad esempio il dono della vita o il dono della guarigione fisica dopo una malattia, mai come oggi sappiamo che si tratta di un dono, di cui essere grati. Non solo, ma anche la nostra intelligenza è un dono suo, con tutti le conoscenze scientifiche e gli apporti della tecnica: pensiamo anche a tutti i progressi della medicina e a quanti passi in avanti sta facendo oggi, durante questa epidemia. Da qui, dalla consapevolezza di questi doni parte l’itinerario, che tuttavia rischia di essere bloccato dalla mentalità dei farisei, contro i quali si deve scontrare l’uomo, oramai ex cieco, che ha riconosciuto il dono ricevuto.
I farisei, accusando di Gesù di guarire in giorno di sabato, hanno cercato di utilizzare la loro scienza esegetica, in modo assoluto, ideologico, sganciato dalla realtà, funzionale al loro potere e per questo sono diventati ciechi, cioè incapaci di riconoscere il dono della guarigione in quest’uomo e anche nelle loro vite…alla fine diventano incapaci di riconoscere la realtà!
Questo accade anche nella nostra società, quando si utilizzano la scienza e la tecnica per il potere, chiedendo ad esse una sicurezza che non possono dare. È di qualche giorno fa la notizia che un capo di stato ha cercato di acquistare le linee di ricerca vaccinica di un laboratorio tedesco, a suon di miliardi, quando non si sa nemmeno se quel vaccino davvero funzionerà. Gli scienziati fanno delle ipotesi, che sono fondate su dati in evoluzione, dei quali non hanno la padronanza assoluta. Si tratta di un sapere umile, e proprio per questo vero, perché è esigente e procede per ipotesi, esperimenti, verifiche, giungendo a giudizi sempre più corretti, ma mai assoluti.
Allora siamo chiamati, come l’ex cieco, a formulare un giudizio più profondo, che parte da tanti elementi della realtà intorno a noi e in noi. Se io sono stato guarito, dice l’ex cieco dalla nascita, questo è un dato di fatto che non può che provenire da Dio. Se dentro di noi troviamo una serenità, una forza, una pace che ci permette di affrontare le difficoltà, anche quelle di per sé insuperabili, come l’angoscia per la salute dei nostri cari, allora un giudizio più profondo, più complessivo, ci porta a dire: solo Dio può fare questo, può darci forza e consolazione! C’è una forza segreta, misteriosa che ci porta ad andare avanti, ad aprirci alla realtà intorno a noi e in noi, a non avere paura, a onorare la nostra libertà, e questa forza scaturisce dal punto più profondo e più vero di noi, che chiamiamo cuore, quello che è sempre inquieto finché non riposa in lui, nel figlio dell’uomo, colui che da la vita per noi!
Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce diceva un grande scienziato e filosofo, Pascal. Ecco l’itinerario del cieco che, avendo attraversato diverse prove poi giunge una seconda volta, ormai più consapevole, da Gesù, è l’itinerario del cuore. Nella prima occasione di incontro aveva semplicemente ricevuto il dono, ora il suo cuore ne riconosce l’autore, prostrandosi ai suoi piedi e dicendo semplicemente: “Credo”.
Al contrario chi pensa di vederci già, per rimanere attaccato alle sue sicurezze, al suo potere illusorio, diventa cieco. Questa è la rivoluzione di Gesù!
