Don Giovanni Montali, in una foto del 1907, un anno dopo la sua ordinazione sacerdotale. Nel 1908 sarebbe diventato vicario parrocchiale a San Lorenzo in Strada
“IN SEMINARIO FUI ATTIRATO SUBITO DAGLI STUDI SOCIALI”
“A 18 anni, quando i miei coetanei già avevano la fidanzata, io mi vestii da prete e andai in Seminario a Rimini contro il parere di uno zio ufficiale che avrebbe voluto che mi fossi avviato ad una professione civile. In Seminario fui attratto subito dagli studi sociali: erano glia anni in cui si propagava in Italia l’ideale della Democrazia Cristiana, che professai anch’io e che propagai attirandomi le ire dei conservatori anche cattolici”.
In quegli anni la Chiesa riminese sta attraversando, non senza fatica, la bufera antimodernista. Il clero si era profondamente diviso fra conservatori e cosiddetti novatori. I “novatori” verranno spesso accusati di essere seguaci del Modernismo, un movimento di riforma religiosa che, sviluppatosi tra la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento, sarà condannato da Pio X nel 1907.
In Romagna si sviluppa un movimento, formato da intellettuali e sacerdoti, aperto alle istanze di riforme sociali che, dietro la forte spinta della Rerum Novarum, vuole scuotere la coscienza dei cattolici circa alcuni aspetti della Dottrina sociale della Chiesa, come la tutela del lavoro e dei ceti lavoratori e la giustizia sociale. Tale movimento fa capo a Romolo Murri, giovane sacerdote che cerca di combattere l’immobilismo dei cattolici, ipotizzando la necessità di una riorganizzazione della società moderna cominciata dal basso e ispirata dalla Chiesa. Per questo propose nel 1902 a san Marino di fondare un partito di ispirazione cristiana che raccogliesse i cattolici disposti ad impegnarsi nella vita politica del paese, riconoscendo così la legittimità del nuovo Stato liberale. Don Romolo sarà sospeso a divinis nel 1907 per la sua attività politica; verrà poi scomunicato come vitando nel 1909, a seguito della sua elezionke alla camera del Regno.
A Rimini esiste un nutrito gruppo di sacerdoti murriani guidati da personalità di spicco: don Girolamo Mauri, don Pietro Polazzi e don Domenico Garattoni. Il primo fu presidente del comitato diocesano dell’Opera dei Congressi e proveniva dal Seminario Pio da cui uscirono tutti i novatori: era il vero leader del gruppo. Il secondo, sacerdote colto e lungimirante, era presidente del circolo Dc riminese e sarebbe divenuto strenuo antifascista, da parroco di Savignano sul Rubicone. Il terzo d. Domenico Garattoni era in quel momento direttore dell’Ausa: fu fine letterato e amico personale di Antonio Fogazzaro. Tutti e tre, amici di Murri, si fanno propagandisti delle idee murriane soprattutto in Seminario, in cui erano insegnanti. don Polazzi fu anche Direttore Spirituale nell’anno d’ingresso in seminario di Giovanni Montali.

