lettura popolare XXV TO Anno C

 

 

Lettura popolare XXV TO Anno C

 

Lettura popolare XXV TO Anno C

 

Lc 16,1-13

 

Il messaggio nel contesto

 

Gesù si rivolge ai discepoli, per raccontare una parabola, che ha però come sfondo e come interlocutori anche i farisei (cf. v. 14). La scena è tratta da una situazione di vita ordinaria nell’antichità, sia per i romani che per i giudei, in cui un servo diveniva spesso amministratore dei beni del suo padrone e cresceva notevolmente in importanza sociale ed economica, fino ad essere spesso reso libero dal padrone, per i suoi servigi (v.1-2).

Qui tuttavia il servo ha sperperato i beni dell’uomo ricco ed è chiamato a rendere ragione della sua amministrazione (v. 3). A questo punto un ragionamento del tutto utilitaristico porta l’amministratore a pensare di “farsi amici” i creditori del suo padrone, per poter essere accolto da loro, una volta che sarà cacciato dall’amministrazione (v. 4). La parola chiave del ragionamento del servo e del suo dialogo con i debitori è: “accogliere”, verbo che nel Vangelo di Luca è spesso usato per indicare l’ospitalità. Egli scommette sul fatto che verrà accolto ospitalmente se sarà in grado di accogliere i debitori con un accordo che preveda uno sconto piuttosto largo e abbondante. In effetti ridurre di cinquanta i litri di olio comporta una remissione del debito davvero generosa!

Se l’azione dell’amministratore è disonesta, come ammette Gesù stesso commentando la parabola, in realtà il padrone loda l’amministratore perché è stato scaltro nel farsi nuovi amici, cioè ha capito come funziona il mondo e ha utilizzato il poco tempo che gli era rimasto a capo dell’amministrazione, per costruirsi un futuro stabile. In questo senso i figli di questo mondo sono più scaltri dei figli della luce, perché questi ultimi dovrebbero capire come funziona la sapienza del mondo a venire, del Regno di Dio e avvantaggiarsi di conseguenza. Ossia dovrebbero procurarsi con la disonesta ricchezza, ossia con la ricchezza di questo mondo, amicizie tra i poveri, che non sono in grado di reciprocare al livello di questo mondo, ma che garantiscono un bene assolutamente superiore, quello celeste (v. 9). Si tratta di vendere i propri beni, come era stato già ricordata d Gesù in 12,33, per acquistare un tesoro che non verrà mai meno.  In altri termini Gesù costruisce un ragionamento a forziori. Se il farsi amici vale nelle logiche di questo mondo e con la ricchezza “disonesta”, tanto più deve valere nella logica del Regno di Dio, in modo del tutto nuovo e trasformato.  Ciò che importa nel nuovo Regno non è più la ricchezza in sé stessa, definita “disonesta” nel senso che appartiene a questo mondo e quindi non appartiene ai figli della luce, ma le relazioni che si sono create, e che rendono possibile una nuova e radicale accoglienza, quella delle “tende” eterne, nuova abitazione, nuovo tempio in cui si cammina come figli.  Gesù esorta quindi a prendere in considerazione seriamente il “vero bene” che ci aspetta e quindi, proprio per questo, ad essere fedele anche nelle cose materiali, nell’ottica del servizio per i più bisognosi.

 

Per la lectio divina

  • Invocolo Spirito Santo (con un canto o con la Sequenza)
  • Leggoil brano del Vangelo, almeno due volte con attenzione: Lc 16,1-13.
  • Cercodi comprendere maggiormente il significato del testo, con l’aiuto del breve commento precedente e di alcuni passi paralleli: Lc 12,33
  • Prego, rileggendo la mia vita alla luce della Parola appena compresa.
  • Dialogocon Gesù e con il Padre, lasciandomi trasportare, nel chiedere, nel ringraziare, nel lodare, nel contemplare, a seconda di ciò che sento.

 

Per la lettura popolare

 

 

Collocazione spaziale: è bene curare particolarmente la collocazione spaziale dei partecipanti all’incontro. È opportuno scegliere configurazioni geometriche che favoriscano la percezione dei partecipanti di trovarsi coinvolti allo stesso livello e senza distinzioni gerarchiche con gli accompagnatori (meglio un cerchio di sedie che un tavolo “da relatore” con le file di sedie davanti)

 

durata: 1h (tutte le indicazioni temporali sono puramente indicative dei rapporti che dovrebbero stabilirsi tra le fasi dell’incontro, ma non sono da prendere alla lettera)

 

  1. Ricordiamo la vita. (15 minuti)

 

 

Questa domanda ha l’obiettivo di coinvolgere i partecipanti al gruppo di preghiera a partire dalla loro vita. Deve essere posta in modo molto informale e quasi naturale, come se l’incontro non fosse ancora iniziato realmente. L’accompagnatore sa invece che con questa domanda i partecipanti iniziano a condividere le loro esperienze dentro al contesto interpretativo del racconto evangelico.

 

  1. Leggere con attenzione il branodel Vangelo (almeno due volte) e soffermarsi su una parola che colpisce: Lc 16,1-13 (10 minuti)

 

La lettura può essere condivisa, un versetto a testa, perchè il tesoro della parola sia concretamente partecipato da tutti, allo stesso livello. Poi si danno cinque minuti per scegliere una parola che colpisce l’attenzione e la curiosità di ciascuna persona e per condividerla, uno dopo l’altro.

 

 

  1. Iniziare un dialogoun pò più approfondito a partire dalla lettura (30 min)

Partendo dalla condivisione della parola si può invitare qualcuno, che sembra un pò più estroverso e a suo agio nel gruppo, ad esplicitare il “perchè” ha scelto quella parola. A questo punto si aiutano anche gli altri, ponendo delle domande, a condividere le loro impressioni e valutazioni.

Alcune domande possono essere poste, senza pretendere di seguire un ordine logico preciso, ma seguendo le intuzioni condivise dai partecipanti.

Può essere utile partire da domande riguardanti luoghi, personaggi, verbi. Si tratta non solo di aiutarli a comprendere il testo, ma anche a condividere la loro vita, identificandosi nei personaggi.

Ecco uno schema possibile di domande:

 

  • Qual è il contesto della parabola evangelica?

-Gesù sta parlando ai discepoli. Essi sono ancora tentati dai beni e da una logica mondana in cui non sono nemmeno troppo esperti.

  • Chi sono i protagonisti della parabola?

– L’uomo ricco e l’amministratore.

  • Cosa accade nella parabola?

-Pur facendo uno sconto notevole e non conveniente per i padrone, quest’ultimo loda l’amministratore, perché ha agito con scaltrezza secondo le regole del mondo patronale, facendosi nuovi amici, che lo accolgano.

-Gesù prende spunto da questo in modo provocatorio e urtante, per sottolineare come anche i figli della luce dovrebbero prendere spunto dalle regole del Regno, per utilizzarle a loro vantaggio. Si tratta dunque di utilizzare le ricchezze di questo mondo, per farsi nuovi amici, i poveri, e aprire la strada verso la pienezza del Regno di Dio. Come utilizzo i miei beni? Quale libertà intoriore ho nei confronti di essi? Sono convinto che l’amore di Dio è l’unico vero bene della mia vita?

  • Quale rivelazione è contenuta qui?

La relazione e non la ricchezza in sé è in grado di salvare l’uomo. Si tratta di una relazione con Dio, che passa attraverso il riconoscimento del “vero bene” dell’uomo e dell’utilizzo conseguente delle ricchezze di questo mondo,. Si tratta di far crescere il capitale della gratuità, del dono, dell’amore, anche attraverso l’economia materiale. Quali scelte e cambiamenti mi attendono, per essere evangelicamente orientato a portare frutto nella mia vita? Quali attaccamenti mi impediscono ancora di portare frutto?

 

  1. Condivisione della vita nella preghiera(5/10 min). L’ultimo passo, dopo la condivisione della vita, è invitare ad una breve preghiera, magari formulata inizialmente dall’accompagnatore. Qualche minuto di silenzio può autare a far risuonare la vita e la Parola condivise e raccogliere alcuni elementi che possono essere stimoli per una preghiera. Il partecipante che non intende pregare sentirà comunque che la propria condivisione è stata ascoltata e che la sua vita è stata messa davanti a Dio nella preghiera di altre persone.

 

 

 

 

 

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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