Mother House, secondo giorno

 

 

 

Oggi a Mother House abbiamo incontrato nuovamente i bambini che ieri erano venuti a Kivuli. Oggi eravamo a casa loro: ci hanno accolto prendendoci per mano, uno per uno, e ci hanno mostrato con orgoglio la casa dove vivono. Io, siccome ero arrivato in ritardo, sono stato accompagnato da una bimba nella sala dove stavano danzando: “father Daudi, come to dance with us”.

La sala era tutta energia, ritmo, vitalità. Poi sono seguiti una serie di bans, giochi, tutti segnati dal ballo e dalla fisicità.

Abbiamo mangiato la verdura sukomauiki con una porzione molto abbondante di polenta ugali e un avocado. Bisognava manipolare la polenta e mescolarla con l’avocado e la verdura. I capi mi hanno offerto un cucchiaio ma io ho rifiutato e ho visto dal loro sguardo che ho fatto bene, nonostante la mia evidente maldestria nel maneggiare polenta e verdura. Alla fine avevo naso e viso completamente verdi.

Besh, un educatore del gruppo, ha condiviso con me una riflessione: oltre ai bambini si occupa di servizi sociali a Kivuli. Mi ha riferito che la povertà è aumentata, nonostante gli sforzi. Le politiche economiche governative portano sussidi e programmi in prossimità delle elezioni e poi si dimenticano di dover coltivare delle opportunità di lavoro per i più deboli. Lo Stato keniano poi ha contratto debiti enormi con la Cina.

Chissà se questi giovani keniani, forti e pieni di energia sanno che ognuno di loro ha circa 6000 dollari di debito con la Cina, solo per essere nati e per vivere in questo paese. Ma loro hanno risorse che l’economia globale non conteggia! Il futuro è nonostante tutto ancora nelle loro mani.

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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