Lettura popolare XXXI TO Anno B
Mc 12,28-34
Il primo comandamento
Il messaggio nel contesto
IMPORTANTE: questa breve contestualizzazione e spiegazione del brano evangelico serve da preparazione remota per l’accompagnatore, prima dell’incontro. Si tratta di mettersi in preghiera personalmente, leggere il brano evangelico e poi approfondirlo con attenzione. Le considerazioni svolte sotto non sono da “ripetere” ai partecipanti, ma da tenere presente durante l’incontro.
Un dottore della legge è rimasto affascinato da come Gesù ha risposto ai sadducei affermando, sulla base delle Scritture, la resurrezione dai morti. La sua domanda non è posta per trarlo in inganno, ma con autentico desiderio: qual è il più grande dei comandamenti? Per un ebreo osservante della legge, allora come oggi, i precetti sono 613, di cui 365 negativi e 248 positivi ma non sono tutti sullo stesso piano. È necessario un atto interpretativo globale di tutta la legge che ne identifichi il cuore, ciò che unifica tutto il resto. Questa riflessione è presente già nei profeti (cf. Mic 6,8).
Il primo comandamento citato da Gesù risale a Dt 6,4-5. Solo la versione di Marco lo cita per intero, premettendo l’invitatorio alla preghiera, che esorta ad ascoltare colui che è il nostro Dio, che è il Signore ed è uno solo. Questo invito conduce a ruminare il primo comandamento del decalogo: “io sono il Signore tuo Dio… non avrai altri dei all’infuori di me” (Es 20,2-3).
Segue poi l’esortazione ad amare Dio con tutto il cuore, con tutta la vita, con tutta l’intelligenza con tutta la forza. Il cuore designa il centro della personalità, la vita designa l’esistenza concreta, l’intelligenza identifica la capacità intellettuale e la forza riguarda la volontà e l’impegno di tutto se stessi. Al primo comandamento Gesù ne aggiunge un altro, preso da un altro codice legale (Lv 19, 18) che riguarda l’amore del prossimo come sé stesso.
Gesù unisce questi due comandamenti posti in due luoghi «lontani» della Bibbia, facendone un unico comandamento e lo scriba risponde confermando Gesù attraverso i profeti, che affermano che l’amore vale più dei sacrifici cultuali, perché non vi può essere separazione tra culto religioso e vita (cf. Os 6,6).
La novità di Gesù non consiste allora nell’unire questi due comandamenti, perché già gli scribi lo facevano (cfr. Tes. Neftali 8,9-10 o Filone di Alessandria in De specialibus legibus 2,63), ma nell’averli vissuti e incarnati nella sua persona.
Gesù sta per salire a Gerusalemme dove subirà la morte in croce. Proprio la croce, come amore totale verso il Padre (braccio verticale) e amore totale verso gli uomini (braccio orizzontale) è la rappresentazione iconica del compimento di tutta la legge in Gesù, parola fatta carne. La lettera di Giovanni, riflettendo su Gesù, parola di Dio fatta carne, afferma: “Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché Dio è amore… in questo sta l’amore, non nel fatto che noi abbiamo amato Dio, ma nel fatto che lui ha amato noi e ha mandato il suo figlio in espiazione dei nostri peccati… se uno dice, amo Dio e odia suo fratello è un mentitore (1Gv 4,7.10.20).”
Suggerimenti per la preghiera
- Mi dispongo davanti a Dio in preghiera. Sto in ginocchio o seduto, per entrare in colloquio con il Signore, o meditare su ciò che leggo, a seconda di ciò che voglio.
- Leggo con attenzione il brano di Vangelo.
- Chiedo al Signore di poterlo conoscere interiormente come maestro divino, per amarlo e seguirlo sempre più.
- Vedo le persone che agiscono, osservo come si comportano e si relazionano. Rifletto sul fascino che lo scriba ha avvertito davanti a Gesù maestro. Tutta la Bibbia è per Gesù attestazione dell’amore del Padre suo e della sua potenza creatrice e vitale. Mi accosto allora alla parola di Dio domenicale, sapendo che li trovo il mistero di un Dio vivente, che mi ama e mi dona una vita senza fine.
- Ascolto ciò che Gesù dice e lo scriba conferma. Come la mia vita è guidata dall’amore di Dio e del prossimo? Il mio rapporto con i sacramenti e con i servizi che svolgo in Chiesa è guidato dall’amore o dal dovere?
- Entro in colloquio con Gesù che in croce offre tutto se stesso al Padre e ai fratelli.
- Concludo con un Padre Nostro
Come realizzare concretamente l’incontro?
Collocazione spaziale: è bene curare particolarmente la collocazione spaziale dei partecipanti all’incontro. È opportuno scegliere configurazioni geometriche che favoriscano la percezione dei partecipanti di trovarsi coinvolti allo stesso livello e senza distinzioni gerarchiche con gli accompagnatori (meglio un cerchio di sedie che un tavolo “da relatore” con le file di sedie davanti)
durata: 1h (tutte le indicazioni temporali sono puramente indicative dei rapporti che dovrebbero stabilirsi tra le fasi dell’incontro, ma non sono da prendere alla lettera)
- Ricordiamo la vita. (15 minuti)
Questo invito ha l’obiettivo di coinvolgere i partecipanti al Cenacolo a partire dalla loro vita. Deve essere posta in modo molto informale e quasi naturale, come se l’incontro non fosse ancora iniziato realmente. L’accompagnatore sa invece che con questa domanda i partecipanti iniziano a condividere le loro esperienze dentro al contesto interpretativo del racconto evangelico. Un Gesù che “risolve” le situazioni fa parte di una fede ancora ingenua, come quella di Pietro, che rifiuta la logica della croce.
Questo collegamento non deve essere esplicitato dall’accompagnatore, perchè saranno gli stessi partecipanti a scoprirlo nell’approfondire la lettura.
- Leggere con attenzione il brano del Vangelo (almeno due volte) e soffermarsi su una parola che colpisce: Mc 12,28-34
La lettura può essere condivisa, un versetto a testa, perchè il tesoro della parola sia concretamente partecipato da tutti, allo stesso livello. Poi si danno cinque minuti per scegliere una parola che colpisce l’attenzione e la curiosità di ciascuna persona e per condividerla, uno dopo l’altro.
- Iniziare un dialogo un pò più approfondito a partire dalla lettura (30 min)
Partendo dalla condivisione della parola si può invitare qualcuno, che sembra un pò più estroverso e a suo agio nel gruppo, ad esplicitare il “perchè” ha scelto quella parola. A questo punto si aiutano anche gli altri, ponendo delle domande, a condividere le loro impressioni e valutazioni.
Alcune domande che possono essere poste, senza pretendere di seguire un ordine logico preciso, ma seguendo le intuzioni condivise dai partecipanti.
Può essere utile partire da domande riguardanti luoghi, tempi, personaggi, verbi di azione. Si tratta non solo di aiutarli a comprendere il testo, ma anche a condividere la loro vita, idenificandosi nei personaggi e nelle loro reazioni davanti a Gesù.
Ecco uno schema possibile di domande:
Quando e dove si svolge l’azione?
Gesù è a Gerusalemme, dove sta insegnando nel tempio (cf. 11,27), in dialogo con le autorità giudaiche. Dopo tre dispute con loro, si avvicina uno scriba, che aveva visto come Gesù avesse ben risposto ai sadducei. Sono anch’io affascinato dalla parola di Gesù? Dalla qualità originale del suo insegnamento? Che domande gli rivolgo?
Chi sono i personaggi, cosa fanno e cosa dicono?
Gesù si trova con lo scriba.
– La domanda dello scriba è qual è il primo dei comandamenti. Sento anch’io come lo scriba la necessità di fare sintesi, di trovare un aspetto unificante tra tante esigenze spirituali?
– La risposta di Gesù cita Dt: “Ascolta Israele”. Anzitutto c’è l’ascolto della Parola di Dio. Come vivo questo ascolto quotidianamente e settimanalmente?
– Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore. Dove si trova il mio cuore? Quali distrazioni vi sono?
– Amerai il prossimo come te stesso. Come vivo il rapporto tra amore i me e amore del prossimo?
– Vale di più di tutti gli olocausti e i sacrifici. Cosa vale di più nella mia prospettiva spirituale?
Quale rivelazione?
Amore di Dio e amore del prossimo sono la risposta umana all’ascolto della Parola di Dio. Esse costituiscono dunque la sintesi di tutte le esigenze della Legge e si compiono nel dono che Cristo ha fatto sulla croce, offrendosi per amore di Dio e di ogni uomo.
–Condivisione della vita nella preghiera (5/10 min). L’ultimo passo, dopo la condivisione della vita, è invitare ad una breve preghiera, magari formulata inizialmente dall’accompagnatore. Qualche minuto di silenzio può autare a far risuonare la vita e la Parola condivise e raccogliere alcuni elementi che possono essere stimoli per una preghiera. Il partecipante che non intende pregare sentirà comunque che la propria condivisione è stata ascoltata e che la sua vita è stata messa davanti a Dio nella preghiera di altre persone.

