Lc 19,1-10 Il peccatore si converte

 

 

 

Lc 19,1-10

Il peccatore si converte

Il messaggio nel contesto

Prima di entrare in Gerico Gesù, mentre si avvicinava alla città (18,35), aveva guarito un cieco, che poi aveva incominciato a seguirlo diventando suo discepolo (18,43). Ora, nel suo movimento verso Gerusalemme, Gesù ha fatto tappa a Gerico entrando nella città e la sta attraversando (19,1).  Ecco si presenta un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, la cui cecità non è fisica ma morale e spirituale (19, 3), ed è mosso dalla curiosità di vedere chi fosse Gesù. Come per il cieco (cf. 18, 39) anche per Zaccheo la folla è un ostacolo, perché egli è piccolo di statura. Senza temere di mettersi in ridicolo davanti a tutti egli corre in avanti e sale su un sicomoro perché sapeva che Gesù sarebbe passato di la (v. 4).  Al momento culminante quando Gesù passa, non è Zaccheo a prendere l’iniziativa, ma Gesù stesso, che lo chiama per nome: “Zaccheo, scendi subito perché oggi è necessario che io rimanga a casa tua” (v. 5). Come Gesù poteva aver già conosciuto Zaccheo? Non è dato saperlo. Zaccheo e noi lettori ci rendiamo conto che mentre quest’uomo cercava Gesù per curiosità, era in realtà Gesù che stava entrando in città per cercarlo. Tutta la passeggiata di Gesù a Gerico non aveva altro scopo che andare a trovare quest’uomo ricco e ladro – nonostante la simpatia che il narratore ci comunica per Zaccheo egli era un capo dei pubblicani, che facevano una buona cresta alle tasse richieste dall’impero – ed entrare in casa sua.  Ci sarà sicuramente stata gente migliore di Zaccheo in Gerico, eppure Gesù vi è entrato solo per lui.  Zaccheo scende subito con gioia. La sua fretta rivela che l’oggi della salvezza (v. 5 cf. 2,11; 4,21) è arrivato anche per lui ed egli ne approfitta con gioia (cfr. 1,14; 2,10).  Contestualmente è la folla a costituire un nuovo ostacolo nella comprensione di ciò che accade: essi mormorano contro Gesù, andato ad alloggiare da un peccatore (v. 7). Come quando era andato a mangiare dagli amici di Levi (cf. 5,30) anche qui la folla si scandalizza.  Zaccheo mostra che l’incontro con Gesù lo ha cambiato intimamente e le opere che promette di fare sono il segno di un’autentica conversione, che apre il suo sguardo ai poveri e ripara ai peccati passati (v. 8). Con la sua risposta Zaccheo è finalmente entrato nella salvezza e si sono compiute per lui le promesse fatte ad Abramo (cf. Lc 13,16): egli appartiene al popolo dei figli di Abramo (cf. Gal 3,7), di coloro che si sono salvati per la fede nel Signore (v. 8) come Abramo, che aveva accolto con sollecitudine il Signore nella sua casa (cf. Gn 18,3).  Gesù stesso sintetizza tutta la sua missione come un ricercare colui che era perduto, con l’amore del pastore che va in cerca della pecora perduta, lasciando le 99 nell’ovile (cf. Lc 15,4-7; Ez 34,16).

 

Per la lectio divina

  • Invoco lo Spirito Santo (con un canto o con la Sequenza)
  • Leggo il brano del Vangelo, almeno due volte con attenzione: Lc 18,9-14.
  • Cerco di comprendere maggiormente il significato del testo, con l’aiuto del breve commento precedente.
  • Prego, rileggendo la mia vita alla luce della Parola appena compresa.
  • Dialogo con Gesù e con il Padre, lasciandomi trasportare, nel chiedere, nel ringraziare, nel lodare, nel contemplare, a seconda di ciò che sento.

 

Per la lettura popolare

 

 

Collocazione spaziale: è bene curare particolarmente la collocazione spaziale dei partecipanti all’incontro. È opportuno scegliere configurazioni geometriche che favoriscano la percezione dei partecipanti di trovarsi coinvolti allo stesso livello e senza distinzioni gerarchiche con gli accompagnatori (meglio un cerchio di sedie che un tavolo “da relatore” con le file di sedie davanti)

 

durata: 1h (tutte le indicazioni temporali sono puramente indicative dei rapporti che dovrebbero stabilirsi tra le fasi dell’incontro, ma non sono da prendere alla lettera)

 

  1. Ricordiamo la vita.  (15 minuti)

 

 

Questa domanda ha l’obiettivo di coinvolgere i partecipanti al gruppo di preghiera a partire dalla loro vita. Deve essere posta in modo molto informale e quasi naturale, come se l’incontro non fosse ancora iniziato realmente. L’accompagnatore sa invece che con questa domanda i partecipanti iniziano a condividere le loro esperienze dentro al contesto interpretativo del racconto evangelico.

 

  1. Leggere con attenzione il brano del Vangelo (almeno due volte) e soffermarsi su una parola che colpisce: Lc 19,1-10 (10 minuti)

 

La lettura può essere condivisa, un versetto a testa, perchè il tesoro della parola sia concretamente partecipato da tutti, allo stesso livello. Poi si danno cinque minuti per scegliere una parola che colpisce l’attenzione e la curiosità di ciascuna persona e per condividerla, uno dopo l’altro.

 

 

  1. Iniziare un dialogo un pò più approfondito a partire dalla lettura (30 min)

Partendo dalla condivisione della parola si può invitare qualcuno, che sembra un pò più estroverso e a suo agio nel gruppo, ad esplicitare il “perchè” ha scelto quella parola. A questo punto si aiutano anche gli altri, ponendo delle domande, a condividere le loro impressioni e valutazioni.

Alcune domande possono essere poste, senza pretendere di seguire un ordine logico preciso, ma seguendo le intuizioni condivise dai partecipanti.

Può essere utile partire da domande riguardanti luoghi, personaggi, verbi. Si tratta non solo di aiutarli a comprendere il testo, ma anche a condividere la loro vita, identificandosi nei personaggi.

Ecco uno schema possibile di domande:

 

  • Qual è il contesto spazio-temporale del racconto

Gesù è entrato in Gerico e l’attraversa. Questo attraversamento segna l’incontro con Zaccheo. Sono convinto che Gesù attraversi anche lo spazio della mia esistenza e delle mie relazioni?

  • Chi sono i personaggi della parabola e cosa fanno?

Zaccheo cercava di vedere Gesù. Egli si è messo in ricerca, per curiosità e la sua fretta, la sua corsa e la sua comica salita sull’albero attirano la nostra simpatia. Cosa sto cercando in questo tempo? Dove mi muove la curiosità?

Non poteva vedere Gesù a causa della folla. Quali ostacoli nella mia ricerca?

Il figlio dell’uomo è venuto a cercare chi era perduto. Anche Gesù è alla ricerca e la sua precede quella di Zaccheo. Nella mia ricerca mi sento io per primo “ricercato” da qualcuno?

Gesù alzato lo sguardo prende la parola per primo rivolgendosi a Zaccheo. Gesù per primo vede Zaccheo e lo riconosce: come mi sento guardato e riconosciuto da Dio?

Zaccheo scende in fretta e accoglie Gesù con gioia. Quale fretta e quale gioia nel mio incontro con Gesù?

  • Cosa dicono i personaggi?

-Gesù è il primo a parlare, chiamandolo per nome: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo entrare a casa tua”. Faccio memoria del mio “oggi”, in tutti le occasioni in cui si è concretizzato nella mia vita, per l’incontro con Lui.

– Zaccheo dice: “Signore”. In questa parola e nelle azioni conseguenti c’è tutta la conversione di Zaccheo. Chi è per me il Signore? Cosa faccio per Lui?

 Quale rivelazione?

Anche Zaccheo è un figlio di Abramo e la salvezza è giunta anche per lui, attraverso Gesù. Sono in sintonia con questa missione del figlio dell’uomo sulla terra?

  1. Condivisione della vita nella preghiera (5/10 min). L’ultimo passo, dopo la condivisione della vita, è invitare ad una breve preghiera, magari formulata inizialmente dall’accompagnatore. Qualche minuto di silenzio può aiutare a far risuonare la vita e la Parola condivise e raccogliere alcuni elementi che possono essere stimoli per una preghiera. Il partecipante che non intende pregare sentirà comunque che la propria condivisione è stata ascoltata e che la sua vita è stata messa davanti a Dio nella preghiera di altre persone.

 

 

 

 

 

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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