Lc 10,38-42
Marta e Maria
Il messaggio nel contesto
IMPORTANTE: questa breve contestualizzazione e spiegazione del brano evangelico serve da preparazione remota per l’accompagnatore, prima dell’incontro. Si tratta di mettersi in preghiera personalmente, leggere il brano evangelico e poi approfondirlo con attenzione. Le considerazioni svolte sotto non sono da “ripetere” ai partecipanti, ma da tenere presente durante l’incontro.
La scena di Gesù ospite di Marta e Maria si apre con la descrizione del movimento di Gesù con i discepoli. Tutto accade mentre Gesù sta andando verso Gerusalemme (v. 38): appena entra in un villaggio ecco comparire Marta ad accoglierlo in casa sua (v. 38), con un movimento che sembra ripercorrere l’accoglienza che il buon samaritano aveva fatto all’uomo incappato nei briganti (v. 34). I discepoli rimangono sullo sfondo e tutto si svolge nelle relazioni tra Gesù e le due sorelle, che vengono descritte con tratti antitetici: da un lato Maria che, seduta ai piedi di Gesù, in atteggiamento discepolare verso il suo maestro (cf. At 22,3), ne ascolta la parola; dall’altro Marta che è distratta per il molto servizio (v. 40). In questa descrizione del narratore emerge già il suo punto di vista sui due diversi comportamenti delle sorelle: per Marta accogliere Gesù significa occupare la scena con il suo servizio; per Maria invece accogliere Gesù ha anzitutto il valore dell’ascolto della sua Parola, come già per le folle (5,1). Ascoltare la parola di Gesù equivale infatti ad ascoltare la Parola di Dio, come il terreno buono (8,15) e i veri familiari di Gesù (8,21) e tutti coloro che sono chiamati a vivere la chiamata alla beatitudine (11,28). Si tratta anche della parola del Vangelo, che genera la fede e ottiene il dono dello Spirito (cf. At 4,4; 8,14; 10,44).
Fin qui tuttavia non vi è alcun rimprovero da parte di Gesù, che interviene solamente dopo l’accusa di Marta, direttamente rivolta a lui. Ella si arrabbia con Gesù (“non t’importa”) e l’eccesso dei pronomi di prima persona (mia sorella mi ha lasciata sola a servire: dille che mi aiuti) suggerisce chi c’è al centro di tutte le sue preoccupazioni: non tanto Gesù ma sé stessa. Ella non è in grado di vedere cosa vi è al cuore della relazione con Gesù e al contempo lascia trasparire una sottile invidia della sorella, nel tentativo di ridurla al proprio controllo. È a questo punto che scatta il rimprovero di Gesù: all’affanno e all’agitazione per molte cose Gesù contrappone l’unica cosa necessaria, che Maria ha scelto, la parte migliore dell’eredità destinata ai figli, ossia la Parola di Dio. Se Gesù chiama Marta per due volte è per ripercorrere il senso della sua vocazione (cf. 1 Sam 3,10), ossia quella chiamata di Dio, ogni volta rinnovata, ad ascoltare la Sua parola, fino a vincere la sordità e il non ascolto da parte dell’uomo. Il cuore di questo racconto non è dunque mettere in rapporto vita attiva e vita contemplativa come due vocazioni diverse in seno alla comunità cristiana, ma rivelare il mistero dell’accoglienza di Gesù che ogni cristiano deve vivere, per evitare il rischio di una carità interiormente disordinata: ascoltare la Sua Parola, per ricevere l’eredità dei figli di Dio, quella che dura per sempre!
Come realizzare concretamente l’incontro?
Collocazione spaziale: è bene curare particolarmente la collocazione spaziale dei partecipanti all’incontro. È opportuno scegliere configurazioni geometriche che favoriscano la percezione dei partecipanti di trovarsi coinvolti allo stesso livello e senza distinzioni gerarchiche con gli accompagnatori (meglio un cerchio di sedie che un tavolo “da relatore” con le file di sedie davanti)
durata: 1h (tutte le indicazioni temporali sono puramente indicative dei rapporti che dovrebbero stabilirsi tra le fasi dell’incontro, ma non sono da prendere alla lettera)
- Ricordiamo la vita. (15 minuti)
Le ansie e gli affanni di questi giorni
Questa domanda ha l’obiettivo di coinvolgere i partecipanti al gruppo di preghiera a partire dalla loro vita. Deve essere posta in modo molto informale e quasi naturale, come se l’incontro non fosse ancora iniziato realmente. L’accompagnatore sa invece che con questa domanda i partecipanti iniziano a condividere le loro esperienze dentro al contesto interpretativo del racconto evangelico. La domanda contribuisce a mettere il partecipante nella posizione dei servi della parabola.
- Leggere con attenzione il brano del Vangelo (almeno due volte) e soffermarsi su una parola che colpisce: Lc 10,38-42(10 minuti)
La lettura può essere condivisa, un versetto a testa, perchè il tesoro della parola sia concretamente partecipato da tutti, allo stesso livello. Poi si danno cinque minuti per scegliere una parola che colpisce l’attenzione e la curiosità di ciascuna persona e per condividerla, uno dopo l’altro.
- Iniziare un dialogo un pò più approfondito a partire dalla lettura (30 min)
Partendo dalla condivisione della parola si può invitare qualcuno, che sembra un pò più estroverso e a suo agio nel gruppo, ad esplicitare il “perchè” ha scelto quella parola. A questo punto si aiutano anche gli altri, ponendo delle domande, a condividere le loro impressioni e valutazioni.
Alcune domande possono essere poste, senza pretendere di seguire un ordine logico preciso, ma seguendo le intuzioni condivise dai partecipanti.
Può essere utile partire da domande riguardanti luoghi, personaggi, verbi. Si tratta non solo di aiutarli a comprendere il testo, ma anche a condividere la loro vita, identificandosi nei personaggi.
Ecco uno schema possibile di domande:
- Qual è il contesto geografico e narrativo del racconto evangelico?
Gesù è in viaggio e il contesto del racconto è la casa in cui Marta lo accoglie. Come accolgo Gesù nella mia casa e nella mia vita? Ne avverto il passaggio?
Chi sono i personaggi, cosa fanno?
-Maria seduta ai piedi di Gesù, ascolta la sua parola:
-Marta è distratta dal molto servizio
Quale dei due atteggiamenti sento globalmente più rappresentativo della mia vita interiore?
– Cosa dicono i personaggi?
–Marta rimprovera Gesù, che non si cura della sua solitudine nel servire: mi capita di rimproverare Gesù per alcune mie pretese di giustizia?
– Gesù rimprovera a Marta di essere preoccupata e in ansia per molte cose. Mi ritrovo in questo atteggiamento di Marta?
– Alle molte cose Gesù contrappone l’unica cosa necessaria, la parte migliore. Cosa dà unità e senso a tutti i miei vissuti?
- Quale rivelazione è contenuta qui?
L’eredità del cristiano, la vita eterna, sta nell’accogliere la Parola di Dio, che è Gesù, contro ogni attivismo esteriore. Ne sono convinto o penso che tutto dipenda da me e dal mio impegno?
- Condivisione della vita nella preghiera (5/10 min). L’ultimo passo, dopo la condivisione della vita, è invitare ad una breve preghiera, magari formulata inizialmente dall’accompagnatore. Qualche minuto di silenzio può autare a far risuonare la vita e la Parola condivise e raccogliere alcuni elementi che possono essere stimoli per una preghiera. Il partecipante che non intende pregare sentirà comunque che la propria condivisione è stata ascoltata e che la sua vita è stata messa davanti a Dio nella preghiera di altre persone.
