Grembi di vita

 

Nell’incontro e nel dialogo tra Maria ed Elisabetta, inizia a compiersi la Parola di Dio, come esprime bene Elisabetta: “beata colei che ha creduto nell’adempimento della Parola del Signore”. La Parola di Dio è relazione tra persone, evento, vita reale. Quando Dio parla fa la pace, genera la vita, dona la fecondità.

È anzitutto la parola dei profeti che si compie in questo modo, facendo la pace. Abbiamo ascoltato la parola del profeta Michea:

Perciò Dio li metterà in potere altrui,
fino a quando partorirà colei che deve partorire;
e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d’Israele.
Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore,
con la maestà del nome del Signore, suo Dio.
Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande
fino agli estremi confini della terra.
Egli stesso sarà la pace!

Il messia sarà Lui stesso, la pace, nel senso che la produce in lui, nella sua vita e nel suo corpo. È quello di cui parla anche la Lettera agli Ebrei, nella seconda lettura, che ci descrive un messia che compie tutte le promesse del culto, ossia la riconciliazione con Dio ottenuta attraverso i sacrifici, con la sua obbedienza al Padre, il dono totale di sé per fare la volontà di Dio.  Non sono più i sacrifici materiali nel tempio che ottengono la riconciliazione con Dio ma l’offerta fatta una volta per sempre del suo corpo, da parte del messia. Qui, in questo corpo offerto al Padre e agli uomini, si compiono tutte le parole dei profeti.

Quindi la Parola di Dio genera la vita. Essa si compie in un corpo, in una carne di uomo. Quando una sterile anziana rimane in cinta, è la Parola di Dio a compiere questo miracolo di fecondità, realizzando finalmente tutti i desideri, ormai sopiti nel cuore dei due anziani coniugi.  Ancora più la Parola feconda il grembo di una vergine sconosciuta, di una 16 enne che abita a Nazareth, e in quel corpo, in quel grumo di cellule e sangue nel ventre di Maria che è la nuova arca dell’alleanza, che contiene la presenza stessa di Dio, si condensano tutte le attese dell’umanità. Questa Parola non è entrata in una famiglia presso la corte del Re, né nelle stanze dell’impero, ma nell’umile quotidianità di una giovanissima donna: qui c’è il compimento del bene supremo, del dono e della presenza di Dio.

La Parola di Dio dona la fecondità al nostro quotidiano, perché possiamo anche noi concepire e partorire il bene e l’amore nella nostra vita e fare di essa un’offerta gradita al Padre.

Essa ci dona di:

-ricominciare a sperare e a credere, ogni volta che si subisce una delusione.

-tenere duro nelle relazioni educative in famiglia, sapendo che il seme prima o poi germoglia.

-far nascere a o rinascere cordialità e amicizia lì dove c’è solo ostilità ed egoismo, magari sul lavoro o tra parenti.

-ricevere consolazione e coraggio, al posto della paura e della tentazione di mollare.

-accogliere la nostra povertà (di soldi, di mezzi, di risorse umane e interiori) e fare abitare in essa la potenza della Parola di Dio

-Farci prossimi agli altri ai poveri, ai bisognosi, perché solo così diventiamo uomini fecondi.

La Parola si compie nelle nostre relazioni quotidiane e le orienta alla gioia dell’incontro e della carità vissuta.

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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