Il fiume carsico dell’amore (Omelia XXXIII TO Anno B)

 

La vita delle nostre famiglie è abbastanza frenetica oggi. Tra tutti gli impegni lavorativi, la sistemazione della casa, star dietro ai figli e accompagnarli alle varie attività pomeridiane, le giornate scorrono rapidamente e ci si ritrova a sera senza avere avuto un minuto per pensare. Tutto scorre e passa velocemente, i figli diventano grandi…e dov’è il senso di tutto questo?

Cieli e terra passeranno, le mie parole non passeranno dice il Signore. Ciò che passa sono tutti gli impegni, le cose da fare e i progetti umani, ma anche i progetti di Dio come il cielo e la terra, ciò che rimane stabile, come le fondamenta di una casa, è la sua parola.

Quale parola?

“Cristo, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi”. La sua morte in croce e resurrezione è la parola più stabile, che ci rivela due cose:

  1. tutta la realtà è avvolta da un dono d’amore. Sacrificio infatti vuol dire offerta, dono d’amore, che vince il male e il peccato. L’amore del Padre che ci dona il Figlio sulla croce. Non dobbiamo aspettare altro.
  2. Se questo è vero, allora i segni di morte e la distruzione non sono l’ultima parola.

La gente oggi è piena di paure: paura delle malattie, degli attentati, degli immigrati, di perdere o non trovare il lavoro, paure per i figli, paura delle nostre debolezze e fragilità. Oggi, come dice il papa, viviamo una terza guerra mondiale spezzettata, che ci riguarda tutti. I conflitti in Siria e nel medio oriente, che sembrano lontani, in realtà sono molto vicini, perché ad essi si legano a doppio filo gli attentati di questi giorni. Sono segni di distruzione e caos, attentati, guerre, disordini, immigrazioni e crisi economiche, che sono proprie di ogni epoca. Ma dobbiamo vincere le nostre paure! Infatti da questi segni sappiamo che, come Gesù ci dice, Lui è vicino, è alle porte. Sto alla porta e busso, se qualcuno mi apre, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. La speranza cristiana è radicata nell’intimità con Cristo, perchè la morte non è l’ultima parola: essa è come un parto che inserisce la nostra vita e tutta la storia dentro all’offerta di Cristo, in vista di un nuovo mondo.

Questa intimità con Gesù, che ci consola e sostiene, al contempo non ci rende passivi ad aspettare la fine del mondo ma è un amore che chiede di essere trafficato con la carità concreta. E allora scopriremo che questa parola che non passa è proprio l’amore, il bene che poniamo e sperimentiamo in ogni azione e in ogni relazione, amore che cresce ad ogni passaggio. Questo amore costruisce la storia perchè, anche se ci sembra che ai nostri sforzi non siano sempre commisurati dei risultati, nessuna goccia di questo amore viene perduta, ma contribuisce ad alimentare un fiume carsico, misterioso perchè profondo, ma enorme, molto più grande di quello dell’odio e della violenza. Metti amore dove non c’è amore e troverai amore.

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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