La legge del dono (Omelia XXII TO Anno B)

 

 

Fin da bambini siamo abituati a percepire la legge come una sorta di comandamento paterno, di divieto imposto al nostro desiderio di fare qualcosa.

Per il popolo di Israele la legge non è un insieme di divieti, ma un dono di Dio, che serve a riconoscere che tutto ciò che il popolo possiede, a partire dalla terra in cui abita, è stato donato da Dio. Si devono così offrire le primizie dei frutti della terra e i primogeniti degli animali a Dio, per sottolineare che tutto è stata dato da Lui e che tutta l’attività umana altro non è che risposta ad un dono originario, memoriale di una presenza originaria in tutto ciò che si produce e si vive.

La legge però, a causa del peccato umano, da dono finisce per degenerare in strumento di dominio e di controllo da parte di chi è legittimato ad interpretarla e a mediare il comandamento nei vari casi della vita. Ecco allora che la legge degenera in legalismo, perdendo il suo riferimento originario a Dio. Farisei e scribi che sono andati a controllare Gesù, perché a Gerusalemme era giunta notizia delle folle che lo seguivano, sono ancora intrappolati nel legalismo. Essi si recano da Lui a vedere, ossia a controllare, e subito lo giudicano, appena vedono che i suoi discepoli non rispettano in pieno le norme alimentari che prevedono il lavaggio delle mani fino al gomito prima di mangiare.

Per noi oggi è facile criticare i Farisei, ma non so se noi siamo tanto più al sicuro di loro a questo riguardo.

Anche oggi c’è nelle nostre comunità un diffuso legalismo religioso. Quando qualche signora un po’ anziana viene a confessarsi di essere stata male la domenica precedente e di non aver per questo motivo partecipato alla messa, io dico: “ma dov’è il peccato, se stava male?”…eppure non c’è verso, le devo dare l’assoluzione, per quietare quella coscienza.

Questa percezione di una Chiesa legalista e dura c’è ancora in molta gente giovane, forse proprio perché non frequenta molto. Una donna di mezza età credeva di essere scomunicata dalla Chiesa perché il marito l’aveva lasciata ed ella era ormai separata da tanti anni, non per volontà sua… c’è l’idea che la Chiesa giudichi i casi, incasellandoli in quadretti preconfezionati, senza guardare ai fatti, alla storia, al cuore delle persone. Forse è stato effettivamente così…lo è ancora in parte?

Ma non c’è solo il legalismo religioso, c’è anche quello secolarizzato, oggi di gran lunga il più diffuso. Dobbiamo avere un certo tipo di cellulare, lo smart phone, essere iscritti a FB e Whatsapp, vestire in un certo modo, dare ai figli certe cose, come il motorino a 14 anni…altrimenti siamo degli esclusi. E sul mangiare e sul bere? Abbiamo trasformato una buona dietologia in una serie infinita di mode: i prodotti “bio”, le colazioni light, la ginnastica yoga, fino ad arrivare alle varie “purificazioni” new age, che sono dei riti pagani di ritorno.  C’è chi addirittura si inventa complicatissime diete quaresimali, unendo una falsa ascesi cristiana con usanze pseudo-orientali: ma questo non è il digiuno cristiano! Conosco una signora che, dopo aver frequentato dei corsi di sciamanesimo, deve purificare l’acqua ogni volta che cuoce la pasta!!

Ma la purezza, per Gesù, è una realtà interiore, del cuore, è riconoscere il dono e la presenza di Dio in ogni cosa, nel cibo, nella sessualità, nell’amicizia, nel lavoro ecc. Riconoscere che l’amore è più grande e più importante di tutto il resto, questa è l’essenza della legge cristiana.

Tutto è grazia, tutto è amore e il vero peccato, la vera impurità del cuore è  quella di chi ha perso l’abitudine di ringraziare, tutto preso dai riti complicati della vita di oggigiorno.

 

 

 

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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