Cristani come uomini-dispensa

La domanda tipica dell’ebreo e dell’uomo religioso è: cosa devo fare? Ricordiamo il giovane ricco: cosa devo fare per ottenere la vita eterna? Così chiedono i giudei a Gesù: cosa dobbiamo fare per fare le opere di Dio? In questa domanda è contenuto un grande rischio, una forte tentazione, di “assicurarsi” in qualche modo la via, tramite un insieme di regole da seguire. Non c’è infatti una ricetta da eseguire, un kit dell’uomo religioso da applicare, un manuale di istruzioni per l’uso. La religione non è qualcosa che può essere ridotto alla stregua degli altri prodotti da comperare e utilizzare secondo certe regole.
Per questo Gesù ribalta la domanda e dice: l’opera di Dio è credere. L’opera di Dio nella risposta che da Gesù non è più qualcosa che fa l’uomo per Dio, ma piuttosto qualcosa che fa Dio per l’uomo. Credere è un dono di Dio: “nessuno viene a me se non l’attira il Padre mio che è nei cieli.” dice Gesù in questo discorso coi Giudei. Credere è il dono che viene simbolizzato dal nutrimento del pane.
Dio, il Padre dona il Pane dal cielo, quello vero. La manna donata agli israeliti nel deserto è “man hu”, qualcosa di terrestre e celeste insieme eppure abbastanza indefinito da divenire trasparenza del donatore. Questa manna è figura di Gesù, pane del cielo, inviato del Padre, per essere piena manifestazione dell’amore del Padre. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me! Credere in questo è opera di Dio ed è ciò che ci nutre per la vita eterna.
Ma allora se fa tutto Dio, a noi cosa spetta fare? A noi spetta fidarci, aprire il cuore e andare ogni giorno a raccogliere questa manna, questo nutrimento che alimenta la nostra vita:
Esso può incarnarsi in molti aspetti:
-il vangelo del giorno, che è come una bussola che orienta le nostre riflessioni e i nostri pensieri profondi verso il Signore e la sua presenza nella nostra vita. A volte anche un breve pensiero rivolto al Signore Gesù, a Maria; può essere come una briciola che sazia in un momento la nostra fame.
-La natura che ogni giorno accoglie la mia vita, il sole che sorge e tramonta e dice una fedeltà di Dio al mondo e agli uomini, che va oltre ogni peccato e male. Anche questa è un pezzo di quel pane da raccogliere.
-un atto di carità che colgo nei miei confronti e verso un’altra persona. In un mondo attraversato da logiche individualistiche o settarie, quella carità semplice, gratuita, umile verso uno che è estraneo la sperimentiamo così poco! Eppure ha molto da insegnarci. Bisognerebbe ogni tanto trovarsi nel bisogno e avere l’umiltà di chiedere, per sperimentarla.
– ancora questo pane potrebbe essere un dialogo vero che accade in mezzo ad una giornata piena di convenevoli e formalità, una persona con cui instauro, quasi casualmente, una comunicazione umana, profonda, vera! Quanto è bello e importante che questo accada!
Tutta la giornata diventa come una dispensa in cui il pane si raccoglie e si conserva per i giorni a seguire, fino all’eucarestia domenicale, dove colgo che dietro a tutti questi doni c’è un dono ancora più fondamentale. C’è Colui che ha donato la vita per me: lui è il pane vivo e vero!
Questa è l’opera di Dio che alimenta in noi la fede nella misura in cui gli apriamo il cuore! Più ne facciamo memoria, più diventiamo anche noi una dispensa di amore e grazia e capaci di esserne nostra volta dispensatori!

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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