Mt 13, 24 – 43 Il mistero del male
Lettura
Nella parabola della zizzania si affronta il problema del male. L’immagine della mietitura rappresenta il giudizio, che però viene messo in atto dai mietitori solo alla fine dei tempi, e non fin da ora. La stessa distinzione dei tempi, tra l’oggi della Chiesa e gli ultimi giorni dell’instaurazione del Regno dei cieli, è presente nelle altre due parabole, quelle del granellino di senapa (vv. 31-32) e del lievito (v. 33). Nel primo caso c’è un contrasto tra la piccolezza del seme (non più di un millimetro) e la grandezza della pianta che può raggiungere anche i 3 metri. L’inizio del Regno dei cieli non è caratterizzato da una trionfale vittoria politica, ma dalla modesta e umile vicenda di un uomo morto in croce e rifiutato da suo popolo e da un gruppo di discepoli perseguitati. Si tratta di una comunità nascosta, come il lievito nella pasta (v. 33), che tuttavia, in modo misterioso, è in grado di far fermentare l’intera umanità. La rivelazione proclamata in parabole da Gesù (cfr. Sal 78, 2) incita la comunità a rimanere in un’atteggiamento di speranza, perchè essa è pienamente partecipe di quel processo misterioso e straordinario che si chiama Regno di Dio, e che finirà per coinvolgere tutta l’umanità, in un percorso di paradossale guarigione.
Come il padrone di casa impedisce ai servi di sradicare la zizzania, così Gesù impedisce ai discepoli di condannare coloro che rifiutano il suo messaggio, risolvendo così in modo arbitrario e definitivo il problema del terreno cattivo. Questo atto sarebbe in definitiva una mancanza di fede nell’onnipotenza della parola di Dio e nella sovrabbondante giustizia divina. I discepoli devono pensare soltanto a gettare nel mare la rete che prende ogni genere di pesci, senza chiedersi né giudicare preventivamente quali siano quelli buoni e quelli cattivi (vv. 47 – 48). Solo il giudizio definitivo di Dio potrà operare una separazione (vv. 49).
Le parabole del Regno costituiscono dunque un invito ad una penetrazione sapienziale profonda del mistero di Dio e della sua giustizia sovrabbondante che si compiono in Gesù. Come Gesù è il servo mite che porta la giustizia con misericordia (cfr. 12, 20 cit. di Is 42, 3), così il suo insegnamento parabolico rispetta la libertà dell’interlocutore e lo invita a convertire il cuore e a diventare a sua volta un evangelizzatore, in grado di annunciare il Vangelo, prima ancora di ogni giudizio morale nei confronti delle persone.
Suggerimenti di preghiera
Mi dispongo con il corpo nel modo in cui mi sento più a mio agio nella preghiera.
Leggo il testo di Mt 13, 24 – 43.
Chiedo al Signore Gesù il dono di una conoscenza interiore di lui, mio maestro, perchè possa amarlo e seguirlo sempre più.
Osservo i personaggi. Sono con i discepoli e il Signore mi spiega in parabole il mistero del Regno di Dio. Apro il mio cuore a comprendere nella sua croce la chiave di questo mistero.
Ascolto ciò che dice Gesù. Contemplo l’incomprensione che il mondo ha nei confronti del vangelo, come qualcosa di previsto da Dio. Egli parla in parabole, perchè lui stesso è un mistero, che rispetta la libertà del suo interlocutore.
Concludo con un Padre nostro.
