Omelia II Quaresima Anno A

 

 

Nell’iconografia tradizionale della trasfigurazione i tre apostoli Pietro Giacomo e Giovanni cadono a terra coprendosi il volto, perché abbagliati dalla luce che proviene da Cristo. Invece nel Vangelo di Matteo non è la luce, ma la voce a sconvolgere i tre, che cascano a terra quasi svenuti per la paura. Eppure la voce non aveva detto nulla di spaventoso: “Questi è il mio figlio prediletto, in cui mi sono compiaciuto: ascoltatelo”. Da dove proviene questa paura?

Se la nube luminosa rappresenta Dio in forma misteriosa, perché lo mostra come luce e al contempo lo nasconde come nube, la voce rivela Dio pienamente. Dio infatti parla, perchè mentre le immagini possono ingannare, la sua Parola non può essere equivocata ed è capace di comunicare la presenza di Dio. Di fronte a questa Parola che porta con se Dio ogni uomo è messo a nudo ed esposto a Lui senza poter nascondere nulla. Da qui la paura dei discepoli, che  ora sono chiamati a mettere in gioco tutta la loro vita.

La paura di Dio nasce dal fatto che Dio sembra esigente, sembra chiederci chiede tutta la nostra vita. Allora noi  lo teniamo lontano, o preferendo non pensarci, oppure assicurandoci la sua benevolenza con l’osservanza dei precetti, come la messa domenicale e la confessione per le feste “comandate”. Così, se ci comportiamo bene, non verrà certo a chiederci altro!

In entrambi questi atteggiamenti è la paura a guidarci, non l’amore. Cosa fa Gesù per permettere ai discepoli di superare questo blocco interiore? Li tocca e dice due semplici parole: “Alzatevi, non temete”. Di fronte alla paura di Dio, posso vincere i miei blocchi interiori sentendomi toccato e invitato da Gesù ad alzarmi. Se Dio fa paura, Gesù no, perché è un uomo come me, che mi chiama a stare con lui.  La voce dalla nube aveva detto: “Questi è il mio figlio prediletto, in cui mi sono compiaciuto: ascoltatelo!”. Gesù proprio come uomo ci rivela tutta la gloria del Padre, significata dalla luce, dalla nube e dalla voce. D’ora in poi i discepoli vedranno soltanto un uomo, ma è lui che devono seguire per conoscere la gloria straordinaria di Dio.

Ed è precisamente questo che ci aiuta a superare la paura di Dio, perché seguendo Gesù, ascoltandolo, noi scopriamo che Dio non è altro che un Padre che ci vuole bene e piuttosto che giudicarci per i nostri limiti e fragilità, ci aiuta a rialzarci e ad avere fiducia in noi stessi. Gesù ci fa superare la paura di Dio, rivelandolo come un Padre.

Per fare un esempio concreto, prima di recarsi alla confessione molti provano paura o imbarazzo e per questo la rimandano. Ma non sei davanti a Dio che ti giudica, sei piuttosto davanti al Padre che ti ama e vuole la tua felicità. Non aspettare il giorno prima di Pasqua, quando c’è tanta gente e c’è il rischio di vivere in modo un pò formale ed esteriore la confessione. Vivila prima e meglio, mettendoti davanti al Suo amore, con tutta la tua fragilità e indegnità, ed ecco che sperimenterai la Sua grazia e la tua gioia.

 

 

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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