Omelia VIII TO Anno A

Le statistiche dimostrano che l’Europa ha il più alto consumo medio per i sedativi ipnotici e per gli ansiolitici. Un rapporto senza precedenti sullo stato di salute mentale nei Paesi europei, presentato al XVIII Congresso ECNP (Collegio europeo di neurofarmacologia) di Amsterdam stima che per il 2020 il disturbo d’ ansia  sarà la seconda causa più importante di malattia. Quale potrebbe essere la causa più importante di questo fenomeno? Si potrebbe pensare che la crisi economica, con la conseguente perdita delle tradizionali sicurezze, sia alla base delle crisi d’ansia.

Di fronte a tutto questo ascoltiamo Gesù che dice: non preoccupatevi del domani! E ripete questo ritornello continuamente: non preoccupatevi del cibo, non preoccupatevi del vestito: di tutte queste cose vanno in cerca i pagani.

Ma come faccio a non preoccuparmi quando devo far quadrare i conti della famiglia e mi hanno appena licenziato? Quando ho un figlio che mi fa arrabbiare, le ho provate tutte e non so più cosa fare per aiutarlo? È possibile, è perfino umano non vivere l’angoscia e la preoccupazione?

È chiaro che – a meno di andare a vivere sui monti del Tibet facendo lo yoga tutto il giorno – non possiamo non affrontare continuamente tensioni, fatiche, debolezze che nascono dagli amori, da ciò a cui teniamo di più nella nostra vita. Questo significa essere uomini ed è naturale! Eppure nei paesi Africani, dove dalla crisi non sono mai usciti – crisi economica e spesso anche politica – questi fenomeni psicologici di massa, le malattie dell’ansia, non si verificano. Gli africani rispetto agli europei sono quotidianamente a contatto con la vita che nasce e la morte e vivono una religiosità naturale, che li preserva da tutto questo. Per loro è normale abbandonarsi alla Provvidenza, qualunque sia il nome che le si da.

Essi, se vogliamo, sono più vicini di noi a Gesù, lui che aveva una “naturale” propensione a contemplare la creazione, e a vedervi l’impronta del Padre suo. Ecco i gigli del campo, che non lavorano… eppure il Padre li veste più elegantemente del re Salomone. Ecco gli uccelli, che non seminano e non mietono, eppure mangiano ogni giorno.

Gesù non sta facendo l’elogio della pigrizia, non ci esorta a non lavorare, tutt’altro! Ci sta rivelando il Padre, lui al quale noi stiamo davvero a cuore! Molto più degli uccellini e dei fiori! Lui infatti non si dimentica di ciascuno di noi, come dice Isaia perché è un Padre che ha le viscere di una mamma capace di commuoversi per il proprio bambino. In questi giorni andando a benedire ho trovato una signora che era appena stata operata all’anca e si lamentava. Dico io:” Guardi che Dio la visita ogni giorno, lo sa vero?” “Eh – risponde lei- come fa poverino, a pensare anche a me? Ne ha tante anche lui…”. Eppure non ci sono limiti, se Dio è mio Padre, vuol dire che ama proprio me! È Una questione di fede!! Siamo gente di poca fede…

L’ultimo e più radicale ansiolitico si chiama “fede” e il “Padre tuo” ne è il principio attivo. Cercate il regno di Dio e la sua giustizia, tutto il resto viene in aggiunta. Cercate prima il Padre, la roccia salda su cui poggiare tutta la vostra esistenza, cercate prima la giustizia, che è il fare la Sua volontà. Allora anche la ricerca del lavoro sarà meno angosciata…se sappiamo che tutto è nelle sue mani, allora possiamo agire come se tutto dipendesse da noi, finalmente liberati dalle angoscie e dalla paure, che ci impediscono di essere liberi ed intelligenti.

 

 

 

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

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