Gli occhi e le mani di Maria (Omelia Immacolata Concezione)

 

“Come può accadere questo, poiché non conosco uomo?” La domanda di Maria non nasce da una mancanza di fede nei confronti dell’annuncio dell’angelo Gabriele, ma è una legittima richiesta di avere dei segni da parte di Dio, di conoscere le modalità con cui il progetto del Signore si sarebbe manifestato e compiuto nella sua vita.

Maria ha fede e si abbandona alla Parola di Dio: “Ecco la serva del Signore, sia fatto in me secondo la tua Parola”. Alcuni di voi potrebbero pensare, proprio alla luce della solennità di oggi, che è l’immacolata concezione: “Per forza Maria ha accolto la Parola, era senza peccato, per lei tutto è stato più facile”. Non è stato tutto facile per Maria, né all’inizio, né durante la vita del Figlio, né tantomeno sotto la croce, dove quel si l’ha pronunciato con immensa sofferenza.

In questa affermazione infatti si nasconde un inganno: Maria è stata più libera  di noi, perché non condizionata e indebolita dal peccato, certo, ma questo non vuol dire che non fosse tentata anche lei, anche Eva è stata tentata e non  aveva il peccato! Se era più libera, ciò significa che era più libera anche di rispondere di no a Dio, e se ha risposto di si è un merito più grande da parte sua!  Pensate: Dio ha deciso di sospendere tutto il suo immenso progetto di rivelazione e redenzione dell’umanità  davanti alla libertà di una sconosciuta ragazzina di dodici anni. Dio ha voluto che la redenzione del genere umano coinvolgesse la libertà dell’uomo al punto da farlo dipendere totalmente dal si di una donna libera!

Maria è una donna libera! Libera  di abbandonarsi totalmente alla Parola di Dio, al mistero di un Altro, Dio, in cui lei era totalmente immersa, riempita, con la sua libertà umana.

Nella libertà di Maria recuperiamo anche tutto il valore del femminile , inteso come dipendenza, abbandono, forza che nasce da una consapevole debolezza.  Tutta la nostra società è stata forgiata dal maschile, per cui ha valorizzato la capacità di fare, trasformare, di progettare la realtà, porsi degli obiettivi e trovare i mezzi per raggiungerli.  Maria ci rivela la nostra necessità di recuperare il femminile nella società e nella vita, perché non tutto nella vita può essere progettato, tante cose debbono invece essere solamente accolte. La volontà di Dio, prima che nelle qualità e nei punti di forza che abbiamo, si manifesta nella paziente e umile ricerca di quei segni d’amore che ci indicano la strada, come Maria, che all’angelo chiede “come” ed egli gli risponde con il segno della gravidanza di Elisabetta.

Dobbiamo avere occhi “femminili”, gli occhi di Maria, per cogliere questi segni. Occhi educati dalla preghiera ad affidarci ad un Altro, che ci avvolge e desidera riempirci con la sua grazia, occhi abituati a cogliere l’estrema delicatezza e il grande rispetto che Egli ha della nostra libertà.

Dobbiamo avere mani “femminili”, le mani di Maria, per progettare il mondo non solo a partire dalle grandi conquiste e scoperte della scienza e della tecnica, ma anche a partire dalla sofferenza degli ultimi, dei piccoli, dei bambini, dei giovani. Per costruire l’uomo, le mani femminili, prima di modificare, si impegnano a custodire pazientemente l’umano, con tutte le sue fragilità.

Penso soprattutto ai giovani: chiediamo a Maria i suoi occhi, per scorgere in essi i segni della volontà di Dio e per aiutarli a rispondere con generosità alla loro vocazione, che è la strada della loro felicità. Chiediamo a Maria le sue mani, per “custodire” la fragilità umana dei loro percorsi, senza compromessi col male – l’alcool, con la droga, che sembra ormai avere acquistato una patente di normalità nella loro vita-, ma anche con tutta la tenerezza e la fiducia di cui hanno bisogno per crescere.

 

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

Una opinione su "Gli occhi e le mani di Maria (Omelia Immacolata Concezione)"

  1. Leggendo la tua bella omelia, mi sono accorta che le tue parole hanno suscitato in me alcune considerazioni che ora ti espongo.
    Mi ha sempre colpito il coraggio che proviene dalla fede, di Maria. Il suo “sì” incondizionato è stato subito accompagnato dalla decisione di raggiungere “in fretta” la cugina Elisabetta. Maria dal momento in cui ha risposto affermativamente al Mistero di Dio, era diventata la custode di un Tesoro prezioso e, anziché restarsene in solitudine a pensare a quanto le era accaduto, non ha esitato ad offrirsi di andare a fare compagnia alla sua parente nella regione della Giudea, affrontando un viaggio piuttosto difficoltoso per quel tempo. Non ha guardato al sacrificio, Lei si era già tutta donata al suo Dio.
    Ed è proprio sul sacrificio che desidero soffermarmi ancora un poco. A Maria, hanno guardato e guarderanno in tutti i secoli, i milioni di donne che nel silenzio di ogni giorno, hanno dimostrato la loro fedeltà e il loro amore incondizionato alle loro famiglie (mariti e figli). Noncuranti di non essere “progressiste” come certi clichés moderni vorrebbero che fossero, hanno donato le loro mani, i loro occhi, i loro cuori per la edificazione di un mondo più umano, spesso dentro grandi sacrifici. Il più delle volte, la fede di queste donne non è stata suffragata dalla ricchezza e dalla eleganza della erudizione o della cultura, ma è stata semplicemente fede autentica, sorretta dalla corona del S. Rosario che le ha immesse nel Mistero di Dio della Sua incarnazione, morte e risurrezione e le ha accompagnate tutta la vita.
    La loro, è stata testimonianza silenziosa della quale Dio si è allietato e alla quale Lui, che è Amore infinito, ha potuto estendere i benefici della Sua Provvidenza su altri …

Lascia un commento