Omelia I Avvento Anno A

 

La pasqua è imminente e Gesù sta per partire dai suoi discepoli. È dunque naturale che cerchi di rassicurarli quanto al suo ritorno. Ma quali saranno i tempi del suo ritorno?

Sarà improvviso, dice Gesù, come il diluvio per la generazione di Noè. A noi questo paragone ci fa un po’ problema, perché Gesù paragona il suo ritorno al tremendo diluvio che ha ucciso un’intera generazione di uomini. Gesù rincara la dose: il figlio dell’uomo verrà come un ladro, quando meno te l’aspetti. Addirittura si paragona ad un ladro, che ti porta via le cose, i beni… ma lui non è forse venuto sulla terra per portarci l’amore di Dio? Perché queste immagini così dure, così legate ad un giudizio, secondo cui di due persone che fanno lo stesso lavoro, uno sarà preso e l’altro lasciato?

La chiave del pensiero di Gesù sta nei verbi che caratterizzano la vita della generazione prediluviana: mangiavano, bevevano, prendevano mogli e  marito. Si tratta  della vita che scorre secondo le sue routines animali, che sembrano non dover mai finire. Questa è la vita secondo l’apparenza, che per molti è l’unica realtà: un’eterno ritorno di atti e di cose senza senso, un processo che si autoalimenta eternamente, in cui si mangia, si beve e si fanno figli senza uno scopo particolare, ma semplicemente perché è la vita che ti porta avanti. Questa era la mentalità della generazione del diluvio e di molti oggi. È una specie di sonno della ragione e dello spirito, che impedisce di andare in profondità, di cogliere la realtà, di stare svegli ed essere sobri.

Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà! Vegliate vuol dire state svegli, saper guardare in profondità alla vostra vita, a quel bene, a quell’amore che è seminato in essa e che vi conduce verso orizzonti molto più grandi di quelli che potete immaginare, verso l’orizzonte della vita eterna, del dono di Dio che è per sempre.  Certo, per chi non lo attende e che è rimasto attaccato a tutto ciò che possiede, il figlio dell’uomo verrà come un ladro, a portargli via ciò che ha. Ma a chi lo attende e ha compreso che  Gesù, è l’orizzonte dell’amore di Dio per lui, Gesù sta alla porta e bussa e “se uno mi apre verrò da lui e cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3, 20). Allora il giudizio non sarà più qualcosa che fa paura, ma solo il compimento di una comunione d’amore che è cresciuta lungo tutta una vita…

L’invito di Gesù a stare svegli “spiritualmente” è diametralmente opposto alle tendenze della nostra società,  che ha perso l’orizzonte del definitivo e naviga nelle acque di un’acquietamento irresponsabile delle esigenze della coscienza. Giovani e adulti passano le loro serate facendo uso di alcool, per addormentare le ansie di una vita senza lavoro e senza futuro. Le persone sempre più stressate dalle routine quotidiane devono fare uso di ansiolitici. I ragazzi non riescono più a divertirsi se non addormentandosi con le droghe. Tutto questa  accade proprio mentre c’è più necessità di coscienze sveglie, di energia morale, di educazione ai valori,  perchè assistiamo al ribaltamento  della giustizia e dell’onestà e  alla distruzione del più elementare senso civico in larghi strati della popolazione e nel ceto politico.  Stare svegli vuol dire ritrovare il senso e la gravità dei valori in gioco nella nostra società, del bene comune, che non può esistere senza il senso delle istituzioni, della convivenza civile nell’equilibrio dei poteri, della cura verso i più poveri , gli immigrati e le vittime di ogni violenza. Stare svegli vuol dire ritrovare la passione per la giustizia sociale, per una nuova armonia tra l’uomo e la natura, la passione per l’uomo e il suo destino eterno. Stare svegli vuol dire costruire l’uomo, con amore, con serietà, con passione, giorno dopo giorno, sapendo che l’avvento improvviso del Regno di Dio farà fruttificare in modo definitivo la nostra passione quotidiana.

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

Una opinione su "Omelia I Avvento Anno A"

  1. Caro don Davide,
    il tuo commento e’ uno stimolo a proseguire il cammino, seppur sempre piu’ difficile, ma sono confortato quando parli, ad es., di ” educazione ai valori”, perche’ proptio passa tutto da un processo educativo, non da grandi e roboanti discorsi. Attorno sembra che tutti se la godano la vita, un tirare a vivere il piu’ possibile, avendo perso il valore e il dono del tempo, ma quel star svegli spiritualmente e’ un bell’invito a costruire passo dopo passo un pezzo nuovo, di cui in onesta’ possiamo vederne gli esiti buoni!
    cosi grazie del contributo e cordiali saluti.
    Claudio Michelotti1

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