Esercizio per giovedì 17

 

Ricordo che per la prossima volta è richiesta una lettura attenta delle liturgia della Parola di domenica 13 ottobre, alla luce della seguente domanda. Quale rapporto c’è tra la prima lettura e il vangelo? Tale rapporto si può configurare in termini tipologici? Se si, prova ad argomentare.

Potete trovare le letture al seguente link:

 

http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20131013.shtml

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

4 pensieri riguardo “Esercizio per giovedì 17

  1. Ciao Don Davide! “ci provo”:
    Sono due racconti molto simili che parlano di 2 persone prima di tutto “straniere” che si convertono alla vera religione del tempio di Gerusalemme, in secondo luogo entrambe malate di lebbra, ascoltano le parole di Eliseo e di Gesù e dopo essere stati guariti tornano entrambe indietro a ringraziare e a lodare Dio.

  2. Vi è una tipologia tra la figura del profeta Eliseo e Gesù, nella loro veste di autori del miracolo della guarigione dei lebbrosi: guarigione operata dal profeta Eliseo (A.T.) in favore del comandante siro Naamàn e guarigione operata da Gesù Cristo (N.T.) in favore dei dieci lebbrosi. La guarigione dei lebbrosi è pertanto un fatto storico che, narrato nell’A.T., si ripropone nel N.T. grazie all’azione di Gesù il quale è compimento della parola dell’Antico Testamento. Le figure di Eliseo e Cristo Gesù si inseriscono in fatti storici che si ripropongono.
    Vi è un’ulteriore tipologia per quanto riguarda i miracoli di Eliseo e Gesù: per mezzo dei miracoli la potenza di Dio fa irruzione nel tempo, nella storia, e rompe l’orientamento delle cose, infatti l’annuncio del Regno di Dio, annuncio di salvezza, è fatto sia con le parole che con le azioni. I miracoli testimoniano in maniera concreta l’efficacia invisibile della Parola di salvezza di Dio, che agisce attraverso il profeta Eliseo e per mezzo del proprio Figlio.
    Ulteriore tipologia: i miracoli di Eliseo e Cristo Gesù riguardano la guarigione di soggetti indipendentemente dalla loro fede, infatti Naamàn (AT) è di origine siriana, il lebbroso del Vangelo era un Samaritano. Gesù osservando che gli altri nove lebbrosi, seppur purificati, non erano tornati indietro a rendere gloria a Dio, tranne che lo straniero, disse al Samaritano (NT): “Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!”. La fede è un dono che Dio elargisce.
    Ulteriore tipologia:
    1) i dieci lebbrosi vanno verso Gesù, i dieci lebbrosi vanno verso i sacerdoti, il Samaritano va di nuovo verso Gesù (vangelo), e
    2) Naamàn si sdegnò di quanto Eliseo gli aveva fatto dire dal messaggero (“bagnati sette volte nel Giordano”) e se ne andò, si voltò e se ne partì adirato, ma poi, grazie anche ai suoi servi, scese e si immerse nel Giordano sette volte (prima lettura). Questi fatti storici che si ripropongono tra A.T. e N.T. sono il segno tangibile che la guarigione dalla lebbra, che vuole sottintendere la fede, non è istantanea ma richiede un cammino, una fiducia.
    Ulteriore tipologia: il discorso sul ringraziamento. La gratitudine per la guarigione da parte del siriano Naamàn il quale ritorna con tutto il suo seguito da Eliseo (A.T.) dicendo: “Ecco, ora so che non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele”. Inoltre – poiché JHWH si adora solo nella terra di Israele – il siriano Naamàn chiede ad Eliseo che gli sia permesso di portare terra dalla Samaria a Damasco per compiere sacrifici non più ad altri dei, ma solo al Signore.
    La gratitudine del Samaritano (N.T.) che, vedendosi guarito, anziché andare a presentarsi ai sacerdoti (perché attestassero la sua guarigione nella loro veste di ufficiali medici e il reinserimento nella comunità) tornò indietro lodando Dio a gran voce e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo.
    Questi fatti storici, che anch’essi si ripropongono dall’A.T. al N.T., attestano che l’azione di grazie non è una semplice riconoscenza passiva che termina in quella circostanza, ma è simbolo di un avvenimento più grande, ovvero la contemplazione dell’amore di Dio che salva, è l’atteggiamento di chi nella fede ha scoperto che la sua salvezza proviene solo dall’azione di Dio in Cristo.

  3. Inizio con alcune considerazioni sulla prima lettura nella quale mi colpiscono i vv. 10-12. Colui che ha necessità di essere guarito, pensa di ottenere la grazia secondo il suo modo di pensare (anche a me capita questo). Naaman infatti, pensava che Eliseo sarebbe uscito dalla sua casa e, senza farlo entrare perché lui era immondo, con un suo gesto rivolto alla parte malata lo avrebbe guarito a distanza.. La richiesta del profeta non rispecchia lo schema precostituito: viene chiesto a Naaman di bagnarsi sette volte nel Giordano. Questa è per Naaman una richiesta strana: perché proprio il Giordano e non invece i fiumi di Damasco? Il Giordano assume un significato particolare, sia perché è il fiume oltrepassato dal popolo Israele per raggiungere la Terra promessa, sia perché la prima manifestazione pubblica di Gesù avviene proprio quando Lui si fa battezzare nel Giordano dal Battista. L’acqua del Giordano rappresenta un’allegoria che richiama l’acqua del Battesimo nella quale i credenti in Cristo saranno immersi.
    In quanto al profeta Eliseo, egli rappresenta il “tipo” che anticipa Gesù, ma a differenza di Cristo, Eliseo non accetterà nessun dono perché lui sta alla presenza del Signore, ma non è il Signore. Gesù invece, che è il Figlio unigenito, accetterà il ringraziamento e la lode del lebbroso samaritano nel quale riconosce la fede.

  4. Ciao Don Davide, dato che sono timido nonché dilettante allo sbaraglio,approfitto di questa opportunità:
    Le due letture possono essere considerate tipologia, i due personaggi (Naaman e il Samaritano) sono entrambi stranieri e ammalati e insieme alla guarigione fisica trovano anche il Signore. Ma mentre nella prima lettura troviamo il profeta Eliseo, nel Vangelo troviamo Gesù Cristo, che porta a compimento la figura dei profeti. E notiamo anche che in entrambi i casi hanno eseguito ciò che viene detto loro senza (se si può dire) effetti speciali!! Anche se Naaman ci ha messo un po’ di più prima di affidarsi alla Volontà Divina….
    E ciò calza a pennello con la nostra umanità, siamo duri a comprendere l’amore di Dio, facciamo fatica ad abbandonarci e così non comprendiamo la Sua Volontà perché vorremmo che collimasse con la nostra, “inquinata” dalle terrene preoccupazioni. E quando veniamo esauditi e guariti molto spesso ci comportiamo come i nove lebbrosi!!! Scusa se mi sono dilungato, buona giornata!!!

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