Lectio divina XXVIII TO Anno C – La lode del samaritano

 

Preghiera su Lc 17, 11 – 19 – XXVIII T.O. Anno C: “La lode del samaritano”

Gesù sta camminando verso Gerusalemme, dove sarà innalzato al cielo, al Padre, compimento definitivo della sua missione terrena (cfr. 9, 51).  Ecco che entrando in un villaggio gli vengono incontro tre lebbrosi, che rimangono a distanza, secondo l’obbligo imposto dalla legge mosaica (cfr. Lv 13, 45s ).  Il loro grido è una supplica rivolta al maestro, di cui riconoscono la parola autorevole come se ne fossero discepoli (cfr. 8, 24).

Infatti essi si fidano della sua parola al punto da obbedirgli ed andare a farsi vedere dal sacerdote, che secondo la legge avrebbe dovuto constatarne la guarigione, senza ancora essere effettivamente guariti (v. 14). Solo durante il viaggio essi si accorgono di essere purificati dal male. Gesù non compie riti complicati, né accentra su di se e sui suoi gesti l’attenzione dei lebbrosi: chiede semplicemente a loro di avere fede nella sua parola. Come il profeta Eliseo aveva mandato il funzionario siriano Naaman, lebbroso, a bagnarsi nel Giordano, ed egli si era fidato della sua parola ed era stato guarito (cfr. 2 Re 5, 10. 14), così  è la fede dei lebbrosi nella parola profetica di Gesù a guarirli.

A questo punto si verifica una svolta nel racconto: uno dei lebbrosi, vedendosi guarito, ritiene non più prioritario andare dal sacerdote: ora l’urgenza vera è ringraziare Gesù.  Il modo con cui Luca descrive le sue azioni è centrale. Mentre egli ritorna a gran voce loda Dio  (v. 15) e cadendo ai piedi di Gesù – con un gesto di prostrazione che è riservato solo a Dio – egli ringrazia Gesù (v. 16).  Qui lodare Dio e ringraziare Gesù sono un unico atto! Se Eliseo aveva rifiutato i regali di Naaman, per non essere identificato con Dio (cfr. 2 Re 5, 16), Gesù non rifiuta, anzi approva la lode del lebbroso. Gesù è più che un profeta, in lui si compiono pienamente i segni di salvezza posti da Mosè e dai profeti nella storia del popolo di Israele: Lui è il compimento della legge e dei profeti, di tutto l’Antico Testamento, e un samaritano (uno straniero per gli ebrei osservanti!) lo ha compreso (v. 18).

Il mancato ritorno dei nove lebbrosi anticipa il rifiuto che il popolo di Israele opporrà a Gesù a Gerusalemme, mentre la fede del samaritano rappresenta tutti i popoli pagani, aperti alla salvezza.

 

 

 

 

 

Suggerimenti per la preghiera

1. Mi dispongo davanti a Dio in preghiera. Sto in ginocchio o seduto, per entrare in colloquio con il Signore, o meditare su ciò che leggo, a seconda di ciò che voglio.

2. Leggo con attenzione il brano di Vangelo.

3. Chiedo al Signore di poterlo conoscere interiormente come maestro divino, per amarlo e seguirlo sempre più.

4. Vedo le persone che agiscono, osservo come si comportano e si relazionano. Rifletto sull’atteggiamento di fede dei dieci lebbrosi nella parola di Gesù. Essi non hanno bisogno di grandi segni nella loro vita, semplicemente si fidano. Ho anch’io la stessa fiducia quanto all’agire di Dio nella mia vita?

5. Medito su cosa dicono i personaggi.  Il samaritano non si limita a supplicare Gesù ma lo ringrazia Gesù, lodando Dio. La supplica da sola non è sufficiente: solo supplica e lode insieme ci fanno entrare nel mistero della salvezza, nel compimento di tutte le promesse di Dio. Entro nella lode di Dio, per ciò che egli compie nella mia vita.

6. Sento le parole di Gesù, che mi dice: “Va la tua fede ti ha salvato”. Entro in colloquio con Gesù.

7. Concludo con un Padre Nostro.

Scrivo una lode di Dio, per ciò che sta realizzando nella mia vita: ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

Pubblicato da bibbiainrete

prete cattolico particolarmente impegnato nello studio e divulgazione della bibbia e nell'animazione biblica della pastorale

Una opinione su "Lectio divina XXVIII TO Anno C – La lode del samaritano"

  1. Mi immedesimo. Gesù cammina spedito verso la Sua passione, non ha tentennamenti per arrivare a Gerusalemme. Io invece a volte tentenno perché, fidandomi di me stessa, non so che cosa mi spetterà… Anch’io come i lebbrosi, quando sono in difficoltà grido forte al Signore perché sia Lui a sostenermi. Sono colpita dalla fede dei dieci lebbrosi che, facendo come Gesù aveva loro indicato, si trovano guariti. Uno solo però torna indietro a ringraziare e lo fa con lo stesso modo col quale aveva chiesto aiuto: a gran voce loda Dio. Perché in me non prevalga la dimenticanza e la distanza che si crea fra la richiesta di aiuto e la lode non si acutizzi, ogni giorno nell’Eucaristia chiedo a Gesù di vivere solo nella Sua compagnia. Lui è il mio Dio e senza di Lui so che non potrei più vivere. Lo lodo perché quando non sono troppo distratta, Lo sento nella profondità del mio cuore. Lo lodo perché riconosco la Sua amorevole Presenza nella mia esistenza e questo mi rende grata e felice di essere amata.

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